Pubblicato il 14/05/2015
BUON RADUNO, ALPINI D’ITALIA, SCESI A DIFENDERE LA CITTA’ MARTIRE DEL TERREMOTO E DELLA CATTIVA AMMINISTRAZIONE
foto di archivio
Duemila pullman e 14mila automobili, secondo le previsioni del comitato organizzatore, sono in viaggio .
L’AQUILA- Ci siamo: sono già migliaia gli alpini che sono in viaggio tra Giulianova e il Gran Sasso, in arrivo da tutta Italia e da 26 Nazioni nel mondo: camper, roulotte, jeep, camioncini, pulman, auto con manifesti e bandiere colorano le strade ch eportano verso l’Aquila. Migliaia di penne nere porteranno una ventata di onestà e di allegria in una città martire, uccisa prima dal terremoto e poi dalla corruzione e dalla inettitudine dei politici e degli imprenditori rapaci. Forza l’Aquiila!!! Gli alpini sono pronti a difenderti. Forza Alpini: avete tutta la nostra stima ed ammirazione.Come sempre dimostrerete il vostro inossidabile spirito di corpo, operosità e lealtà nei confronti dei luoghi dove vi radunate, che vengono lasciati migliori di come li avete trovati. Buon raduno, fratelli/cugini alpini!
La Redazione
Le truppe alpine combattono in alta quota dal 1872
Oggi i vari reparti contano su una forza di diecimila unità
Napoli, 15 ottobre 1872. Vittorio Emanuele II firma il decreto che istituisce le prime 15 compagnie alpine, inizialmente stanziate perlopiù in Piemonte. L’esperimento di affidare la difesa delle frontiere italiane a coscritti del luogo ha successo; l’idea è semplice ed efficace: chi meglio di uomini già abituati alla vita e alle fatiche della montagna può fronteggiare in prima battuta una possibile invasione proveniente dalle Alpi? Nasce il soldato di montagna, difensore dei confini nazionali, inquadrato in unità snelle ma compatte, logisticamente autonome, costituite da giovani nati nelle stesse terre e uniti spesso anche da vincoli di parentela. Questo spiega l’eccezionale spirito di corpo delle penne nere, simbolo della specialità alpina. L’addestramento consiste in lunghe marce in montagna, in condizioni spartane che anche gli ufficiali condividono con la truppa. Il battesimo del fuoco avviene però lontano dai monti: nel 1896 un corpo di spedizione partecipa alla campagna di Eritrea, mentre nel 1911 gli Alpini combattono nella guerra italo-turca. La Grande Guerra vede le truppe da montagna italiane distinguersi sulle Alpi orientali, battersi per la conquista delle cime, strappate a caro prezzo a un avversario che non mancherà di rendere onore al merito degli Alpini. Nel 1935 le penne nere partecipano alla campagna di Eritrea, in divisa coloniale, mentre nella Seconda guerra mondiale le divisioni alpine sono impegnate su più fronti: Francia, Albania, Grecia, Jugoslavia, Unione Sovietica. L’episodio più significativo e tragico è senz’altro l’epopea della ritirata di Russia, nell’inverno 1942-1943. Gli Alpini sono schierati lungo il Don, in pianura, ancora una volta lontani dal loro ambiente naturale. Un’imponente offensiva russa costringe l’armata italiana a ripiegare sulla difensiva, e saranno gli Alpini a proteggere lo sganciamento del grosso delle forze. Sottoposti al durissimo fuoco nemico, le divisioni Julia, Tridentina e Cuneense subiscono perdite terribili: la Cuneense verrà chiamata «la martire», avendo perso 9 uomini su 10. Interi reggimenti sono decimati dagli attacchi dell’Armata Rossa e dal gelo implacabile dell’inverno russo. Eppure i reparti cercano e riescono a compattarsi, serrando le file e salvando molte vite, come hanno narrato Giulio Bedeschi e Mario Rigoni Stern nei loro celebri libri. Dopo la parentesi dell’armistizio e della Liberazione, le truppe alpine vengono ristrutturate e nel 1952 vengono istituite le Brigate, tra cui la Taurinense che eredita le tradizioni e le unità dell’omonima divisione e della Cuneense e di cui fa parte oggi il Nono reggimento Alpini dell’Aquila. Non cambiano lo spirito né l’addestramento: gli Alpini rimangono truppe scelte che fanno parte della forza mobile della Nato e partecipano alla missione Onu in Mozambico nel 1992-94. Gli anni recenti hanno visto la trasformazione dell’Esercito verso un modello professionale: viene sospesa la leva e con essa la coscrizione obbligatoria, gli Alpini – uomini e donne – sono reclutati oggi su tutto il territorio nazionale. Oggi i reparti alpini contano su una forza di 10.000 unità e rappresentano una delle migliori realtà dell’Esercito Italiano: le brigate Julia e Taurinense – dipendenti dal comando delle Truppe Alpine di Bolzano – sono unità di proiezione, vale a dire rapidamente schierabili in ogni contesto operativo, in Italia e all’estero. Con i propri reggimenti hanno partecipato alle principali operazioni all’estero delle nostre Forze Armate, dall’Albania alla Bosnia, dal Kosovo all’Afghanistan (dove sono tuttora impegnate) e prossimamente in Libano. Attualmente gli Alpini sono impegnati in numerose città nell’operazione «Strade Sicure» e sono sempre pronti a intervenire in caso di calamità naturali.