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Pubblicato il 13/02/2015

CARRI ARMATI D’OCCASIONE IN SERBIA. SVENDUTO L’ARSENALE OSBOLETO

BELGRADO. E’ in corso una grande svendita di materiale bellico dell’esercito serbo, riservata alle duecento imprese locali che posseggono una regolare licenza per il commercio d’armi con l’estero, come annunciato di recente dal ministero della Difesa di Belgrado.

Si tratta di centinaia di tank, obici, mezzi da trasporto, quasi tutti con più di 40 anni, novemila vecchie pistole semiautomatiche M70 , tremila M84 automatiche, le “Skorpion”, fucili M70 prodotti dalla Zastava negli Anni Settanta sul modello dell’Ak-47 e lanciamissili RBR 90, potenti e ancora oggi utilizzati su vari teatri di guerra, come quello siriano.

Tra i lotti ci sono anche 120mila proiettili d’artiglieria, cento missili S-5 da installare su aerei da combattimento, lanciarazzi M-63 “Plamen”, i Katyusha jugoslavi, tonnellate di vecchie munizioni risalenti a trent’anni fa e più, un migliaio di cannoni contraereo e duecento obici jugoslavi e americani, molti fabbricati addirittura durante la Seconda guerra mondiale.

Nel parco figurano gli SNAR-10 di produzione sovietica, veicoli cingolati per la sorveglianza radar, particolarmente apprezzati per loro manovrabilità anche su terreni disagevoli e su neve e fango, e anche i BTR-50 e BTR-60, “made in Sssr”, veicoli da trasporto corazzati ampiamente utilizzati da Mosca durante la guerra in Afghanistan.

Nell’enorme lotto compaiono anche 282 carri armati di produzione sovietica, i T-55. Si tratta di tank già esclusi da anni dal servizio perché antiquati e arrugginiti, custoditi in un deposito all’aperto non distante da Belgrado. Furono fabbricati in decine di migliaia di esemplari in Urss, in Cecoslovacchia e Polonia tra gli Anni Cinquanta e la fine degli Ottanta per i Paesi del Patto di Varsavia. Pur essendo fuori dall’alleanza, la Jugoslavia ne acquistò circa 1.500, facendo del T-55 la spina dorsale del sistema di difesa della Federazione.

Si tratta mezzi e armamenti «datati», già sostituiti da altri equivalenti, ma più moderni. Nessuna indicazione invece su quando inizieranno le aste, che saranno condotte -dicono- «nella massima trasparenza».
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