EL ALAMEIN

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Pubblicato il 28/09/2014

CARTOLINA DALLA PRIGIONIA IN EGITTO ARRIVA DOPO 72 ANNI

MESTRE – Una cartolina di guerra -sopra ne pubblichiamo una simile – intestata a Erminia Corò, di via Castellana a Zelarino è finalmente arrivata ai parenti della destinataria: era stata spedita dal figlio Vittorio Scantamburlo, caporal maggiore del dodicesimo reggimento bersaglieri, catturato e rinchiuso nel campo di prigionia 308, ad Amria, in Egitto.
In 72 anni, prima di finire, poche settimane fa, nelle mani di una signora di Casirate d’Adda, nel bergamasco, aveva fatto il giro in mani di commercianti, fino ad un mercqtino dell’antiquariato dove la signora l’ha acquistata.
Nel frattempo Vittorio è tornato in Italia, si è sposato, e ha passato tra Zelarino e la Cipressina, località dell’entroterra mestrino, il resto della sua vita.
Emilia, la signora bergamasca che l’ha acquistata, ne ha inviato una copia via mail al patriarcato di Venezia e in particolare a Don Daniele Memo, parroco di Zelarino.
Da lì il primo contato con Giuseppe Scantamburlo, nipote di Vittorio. «Lo zio ci raccontava di aver fatto il militare per due anni – conclude Giuseppe – E di non essere riuscito a rientrare perché stava iniziando la guerra. Così è rimasto nei bersaglieri altri sei anni, tra guerra e prigionia». In otto anni due soli permessi: per la morte di un fratello, nel ’39, e del padre, nel ’40. «Ci raccontava che nel campo di prigionia lo avevano messo a fare il cuoco – conclude Giuseppe – e anche che c’era poca acqua per lavarsi. Nel 1946 è tornato e dopo due anni si è sposato con la nonna, che si chiama Norma Bettin e vive ancora qui alla Cipressina. Vittorio invece è mancato nel ’78, a 60 anni».

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