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Pubblicato il 28/03/2014

CASO DEI FUCILIERI DI MARINA: FINALMENTE L’ITALIA TOTALIZZA UN PUNTO A FAVORE


La Corte Suprema indiana ha ammesso il ricorso presentato dalla difesa dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, contro la giurisdizione e l’utilizzo della Nia, la polizia antiterrorismo, nel processo a loro carico. Il processo slitta, la prossima udienza ci sarà tra quattro settimane. Del caso si sono interessati anche gli Stati Uniti, come ha spiegato ieri il presidente del consiglio Renzi nella conferenza stampa congiunta con Barack Obama.

Essendo stato dichiarato ammissibile il ricorso, la Corte suprema ha chiesto al governo indiano e alla Nia di presentare le loro contro-deduzioni. Da qui lo slittamento, dunque, a una nuova udienza.

Una indubbia vittoria per l’Italia che già aveva sventato la possibilità di utilizzare la legge anti-terrorismo (Sua Act, che prevede anche la pena di morte). Si andrebbe così verso il riconoscimento da parte dei magistrati indiani del fatto che la Nia può occuparsi solo di casi di terrorismo.

L’Italia comunque continua a puntare su un’azione internazionale concertata e più ampia, ha detto chiaramente che non riconosce la giurisdizione indiana sul caso e che quindi rifiuterà il processo e non presenterà i due militari in tribunale, come ha sottolineato l’inviato speciale del governo Staffan De Mistura.

Il premier Matteo Renzi, ha anche assicurato De Mistura, continua a sollevare il caso in tutti i suoi incontri internazionali, proprio come ha fatto ieri con Obama. Ma l’inviato speciale stamattina si è anche detto cauto: «In questa vicenda abbiamo avuto troppi alti e bassi e non voglio ancora commentare la decisione che la Corte suprema ha preso questa mattina. Dobbiamo reagire con
glacialità, ma spero con efficacia», ha detto in un’intervista a Sky tg24.

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