CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 30/11/2018

CASO SCIERI: CHI L’HA VISTO NE PARLA.LA SENATRICE AMODDIO RINNOVA I GIUDIZI NEGATIVI SULLA FOLGORE

Il Tirreno ed.
sezione: PISA data: 30/11/2018 – pag: 18

«Ora è il momentodi parlare e dire tutta la verità su Emanuele»

 

PISA. «Chi sa parli. Dopo tanto tempo ora hanno la possibilità di dire quello che allora non hanno potuto o voluto rivelare».Ospite della trasmissione “Chi l’ha visto?”, Isabella Guarino ha rinnovato il suo appello per un contributo di verità sulla morte del figlio, il parà di 26 anni Emanuele Scieri, trovato cadavere il 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra. Al fianco della mamma di Lele, la presidente della commissione parlamentare d’inchiesta, Sofia Amoddio (Pd) a cui va il merito di aver trovato spunti e riscontri per far riaprire l’inchiesta alla Procura pisana.«Per noi Scieri è stato prima picchiato e poi lasciato morire dopo averne provocato la caduta dalla scala» ha ribadito l’esponente democratica. Il contesto è quello del nonnismo, tollerato dai vertici della Folgore. La nota con i giorni di consegna a carico di Panella per violenze contro le reclute ne sono un preludio.Nel corso del programma sono stati mandati in onda alcuni file audio, già riportati nei contenuti su carta e online dal Tirreno, di intercettazioni ambientali in cui Alessandro Panella, uno dei tre indagati per omicidio volontario in concorso, parla con i suoi familiari.Dal primo agosto è ai domiciliari per pericolo di fuga e possibile inquinamento delle prove. Gli altri sono Luigi Zabara e Andrea Antico. I passaggi già noti: «Eh, ma su sta cosa mi sa che ce moro in galera, se davvero riescono ad incastramme…» E poi, oltre all’intercettazioni in cui dice di voler rinunciare alla nazionalità italiana a favore di quella americana, c’è l’elemento degli anfibi. Quelli originali buttati una settimana prima del sequestro da parte della polizia che ne prende un paio nuovi. Panella rassicura il fratello che si mostra soddisfatto: «Che culo. C’è scritto che è stato preso a calci…, mica l’hai preso a bascate…».

 

FIRENZE


CRONACHE pag. 19

Caso Scieri: l’appello della madre «Chi sa, si faccia avanti adesso»

Il giallo sulla morte del parà torna in tv. «Altri potrebbero parlare…»
PISA È LA MAMMA di Emanuele a parlare in tv. A chiedere a chi sa di farsi avanti. Come anticipato, la trasmissione «Chi l’ha visto» è tornata a parlare del caso Scieri, in prima serata. Una mezz’ora dedicata al giallo sulla morte del 26enne parà di leva nella Brigata Folgore, originario di Siracusa, trovato senza vita all’interno di un’area della Gamerra (Pisa) il 16 agosto 1999. La trasmissione si è occupata più volte dell’inchiesta, da poco riaperta con tre persone indagate per omicidio volontario, tutti ex commilitoni: Alessandro Panella, (difeso dagli avvocati Marco Meoli e Tizana Mannocci), Alessandro Antico (tutelato da Massimo Cerbari) e Luigi Zabara (i suoi legali sono Mariateresa Schettini e Andrea Di Giuliomaria). Mercoledì sera una nuova puntata sul decesso del giovane che sarebbe stato vittima di atti di prevaricazione e nonnismo. Il perito della Procura sta passando al setaccio tutti i supporti informatici (da rete fissa e mobile) sequestrati nell’ambito della nuova indagine, quella avviata in base ai risultati della commissione parlamentare presieduta da Sofia Amoddio (Pd). «Senz’altro altre persone potrebbero parlare», ha detto la politica, sollecitata in diretta dalla giornalista Sciarelli. Quando arrivò la notizia della svolta nelle indagini, ad agosto, proprio lei aveva commentato: «Ora mi auguro che l’indagine si possa allargare anche ai vertici militari di allora». Con lei, davanti alle telecamere, la mamma di Lele, Isabella Guarino: «Chi c’era, collabori. È il momento questo di dire la verità». LA REDAZIONE del programma ha analizzato anche le intercettazioni, in particolare quelle legate agli anfibi di Panella. La microspia installata in auto ha captato le frasi tra l’uomo e i suoi familiari. Un paio di stivali fu sequestrato durante la perquisizione dei carabinieri di fine luglio: «Sono quelli in dotazione alla Folgore», spiega l’indagato al fratello. Quando l’altro osserva che sono stati conservati tutti quegli anni e che potrebbero conservare tracce, Panella risponde: «Sono quelli nuovi, mai indossati. Quelli vecchi li ho buttati via una settimana fa». «Che c…o», commenta il suo interlocutore. «C’è scritto che è stato preso a calci… mica l’hai preso a bascate…», precisa ancora. E, proprio sul paio di scarpe, lo staff televisivo è andato a intervistare l’amministrazione comunale di Cerveteri, dove abita Panella, per capire, una volta gettate, dove possano essere andate a finire. Quindi, hanno chiesto, anche per questo aspetto, di aiutare investigatori e inquirenti a ritrovare gli anfibi. Per l’accusa, infatti, proprio con quelli sarebbero state schiacciate le mani di Lele, quella notte maledetta. DOPO aver passato la serata a Pisa con un commilitone, il giovane avvocato, queste le testimonianze raccolte, si avviò verso il magazzino di casermaggio, una zona isolata e, di fatto, in stato di abbandono. Il neodottore era andato là per fare una telefonata. Una chiamata, forse, alla famiglia. Per raccontare quello che aveva fatto nelle poche ore in cui si trovava nella città della Torre e le prime impressioni. Ma quella telefonata non fu mai effettuata. antonia casini

Il Tirreno ed.
sezione: PISA data: 30/11/2018 – pag: 18

il caso scieri

Panella ritorna in libertà
revocati gli arresti domiciliari

Il gip accoglie l’istanza dei legali dell’ex parà e dispone l’obbligo di firma
Per il giudice la misura cautelare è sufficiente a impedire la fuga dell’indagato
pisa. La decisione è arrivata nel tardo pomeriggio. E mette fine agli arresti domiciliari che duravano dal primo agosto: Alessandro Panella, 39 anni, di Cerveteri, accusato di omicidio volontario in concorso con altri due indagati per la morte di Emanuele Scieri nella caserma Gamerra, torna in libertà.Il gip Giulio Cesare Cipolletta ha accolto l’istanza presentata dai legali dell’ex caporale dei parà, gli avvocati Tiziana Mannocci e Marco Meoli, contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame che confermava gli arresti domiciliari disposti dallo stesso giudice che ieri ha sostituito i domiciliari con l’obbligo di firma. La Procura aveva espresso parere contrario.Nelle argomentazioni dei difensori è stata sottolineata l’assenza della possibilità di inquinare le prove da parte del loro assistito. I sequestri sono stati fatti ed è in corso una consulenza tecnica sul materiale informatico sequestrato a Panella e agli altri due indagati, Luigi Zabara e Andrea Antico. Per il giudice, inoltre, è sufficiente l’obbligo di firma per neutralizzare l’eventuale pericolo di fuga del 39enne che ha la doppia cittadinanza, italiana americana, e che il primo agosto è stato arrestato due giorni prima di volare a San Diego via Chicago. Quasi quattro mesi di arresti domiciliari per Panella che ha sempre respinto l’accusa di aver costretto Scieri, con i due commilitoni, il 13 agosto 1999 a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute della Gamerra per poi farlo cadere e abbandonarlo sotto un tavolo. I tre sostengono di non essere stati proprio in caserma quella sera. L’inchiesta è quasi conclusa. Il processo scontato. –Pietro Barghigiani

Leggi anche