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Pubblicato il 15/12/2022

CASO SCIERI- EMANUELE E’ MORTO IN POCHI MINUTI DOPO LA CADUTA DALLA TORRE DI ASCIUGATURA DEI PARACADUTE

PISA.-Si è svolta una udienza in Corte d’Assise che sta esaminando prove e indizi contro gli imputati per la morte di Emanuele Scieri che fu trovato senza vita alla Gamerra il 16 Agosto 1999 .

La professoressa Cristina Cattaneo, consulente della Procura, ha affermato che la morte di Emanuele dovrebbe essere sopravvenuta in pochi minuti a causa di gravi lesioni cervicali, mentre «La produzione di alcune lesioni al dorso del piede in particolare e al polpaccio sinistro prima della caduta mortale del ragazzo sono difficilmente inquadrabili come accidentali. Le ipotesi su come sono state provocate non sono certe».
E ha proseguito: «Si può ritenere che lo Scieri sia deceduto quasi sul colpo e/o immediatamente a causa di una caduta provocata da terzi, dalla scala, dopo aver subito delle violenze. La causa del decesso si traduce pertanto in lesioni cervicali midollari da politrauma contusivo da precipitazione. Il tempo di sopravvivenza è stato molto breve, con una morte che è sopravvenuta istantaneamente o quasi. La gravità delle lesioni riportate condusse ad un rapido arresto delle funzioni vitali, quantificabile in minuti».

Peco prima era stata interrogata la ex compagna di Alessandro Meucci,il quale aveva sostenuto che la sera del 13 agosto 1999 avrebbe sentito i due imputati Luigi Zabara e Alessandro Panella , dire: «L’abbiamo fatta grossa».

In un verbale la donna disse che lo stato d’ansia di Meucci all’epoca dipendeva dalla morte dei genitori in un incidente stradale. Almeno così lui le aveva riferito. In realtà i genitori erano vivi. Altro elemento raccontato da Meucci e non ricordato dall’ex fidanzata: «Un giorno tre incappucciati si presentarono a casa della nonna della mia ragazza». Sul punto la donna ha escluso l’episodio: «Se fosse successo sarei andata dai carabinieri». La teste ha riferito dei tentativi di suicidio di Meucci che non gli fece mai i nomi degli imputati quando si lamentava del nonnismo in casermal

certe».

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