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Pubblicato il 24/06/2020

CASO SCIERI: EMERGONO ANNOTAZIONI INVESTIGATIVE DI CUI NON HA TENUTO CONTO IL PROCURATORE NELLA PRIMA INDAGINE

foto sopra: l’ex procuratore Giambartolomei in audizione della commissione parlamentare sul caso Scieri.
Corriere Fiorentino
sezione: Fiorentino data: Mercoledì 24 Giugno 2020 – pag: 11

«Scieri, in un’annotazione mancala parte relativa a lesioni e traumi»

Gli atti dell’inchiesta e la lettera negli archivi con l’appunto che menziona il pm dell’epoca
Simone Innocenti

Nelle oltre seicento pagine redatte dalla squadra mobile di Firenze, che stanno alla base dell’inchiesta sull’omicidio di Emanuele Scieri, c’è un episodio che viene scandagliato ed è relativo agli accertamenti successivi al 16 agosto 1999, quando il parà venne trovato morto nella caserma della Folgore, la Gamerra di Pisa.

«Tale annotazione dimostrerebbe come, sin dalle prime fasi dell’attività investigativa, anche il medico legale era propenso a ritenere — stante quanto riferito dai carabinieri — che le lesioni fossero incompatibili con la caduta», si legge nella relazione agli atti della nuova inchiesta coordinata dal procuratore Alessandro Crini e dal sostituto Sisto Restuccia.

La tesi degli inquirenti è che Scieri sia stato ucciso e proprio per questo motivo sono stati indagati per omicidio volontario Andrea Antico, di Rimini, caporal maggiore capo scelto dell’Esercito in servizio; Alessandro Panella, caporale in congedo; Luigi Zabara, caporale in congedo. Ma nell’inchiesta precedente, quella subito dopo la morte di Scieri, la Procura di Pisa riteneva che il parà si fosse suicidato.

Di quale annotazione si parla allora? La polizia, sulla base degli atti trasmessi dalla Commissione parlamentare ricevuti dalla Procura militare, fa riferimento a «un’informativa trasmessa alla autorità giudiziaria dell’epoca datata 23 agosto 1999» che riguardava «delle annotazioni su alcune ispezioni ed accertamenti svolti in data 20 e 22 agosto 1999» dai carabinieri. «La nota di cui sopra in calce riporta la dicitura «consegnata al dott. Giambartolomei, ore 10,20 del 23/8/1999». Si tratta di Giuliano Giambartolemei, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, all’epoca titolare dell’indagine sul caso Scieri. Giambartolomei risulta totalmente estraneo alla nuova inchiesta: la Procura, che non ha gli ha mai mosso una contestazione, ha infatti notificato 5 avvisi di chiusura delle indagini a cinque militari dell’epoca. La squadra mobile rileva che «tra gli allegati acclusi alla lettera di trasmissione» c’è «l’annotazione datata 21 agosto 1999, relativa all’attività svolta» dai carabinieri «presso l’Istituto di Medicina Legale alle ore 10,30 del precedente giorno 20 agosto». In questa annotazione i carabinieri danno conto delle prime risultanze dell’autopsia. «In calce a tale annotazione, si rilevava poi la presenza di una “parentesi graffa” che racchiudeva dalla parola “tre fori” sino alla fine dello scritto, e, una freccia, che faceva riferimento a un appunto manoscritto a penna riportante testualmente “ritenuta non pertinente dott. Giambartolomei”».

La squadra mobile quindi incrocia quel documento con quello presente negli archivi del Tribunale scoprendo che «dalla consultazione del fascicolo del pubblico ministero si rilevava la presenza di identica documentazione, con due eccezioni e precisamente, quest’ultima riportava sulla nota di trasmissione il timbro pervenuto il 23 agosto 1999 apposto dalla Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Pisa e l’annotazione relativa all’attività svolta» dai carabinieri «presso Medicina Legale alle 10,30 del precedente giorno 20 agosto, risultava mancante di tutta la parte relativa alle diverse lesioni e traumi riscontrate e precedentemente relazionate, atteso che la stessa terminava con la frase tre fori». Contattato dal Corriere Fiorentino , Giambartolomei non rilascia alcuna dichiarazione

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