Pubblicato il 19/09/2023
CHI ERA L’ARDITO SOTTOTENENTE DARIO VITALI A CUI E’ STATA INTITOLATA LA NUOVA BASE DEL COMFOSE

fonte della foto Gli Arditi del IX – Alberto Businelli –
Il 15 Settembre è avvenuta l’intitolazione al “Ten. M.O.V.M. Dario Vitali” della nuova base del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito, posta nel comprensorio militare di San Piero a Grado (Pisa).
Siamo certi che interesserà ai nostri lettori conoscere meglio la figura di questo Eroe del IX.
LA BIOGRAFIA DELLA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE DARIO VITALI
Dario Vitali è stato un ardito dell’Esercito Italiano e alfiere del IX Reparto d’Assalto “Fiamme nere”.
Nacque a Lucca il 15 novembre 1899. Arruolatosi nel Regio Esercito nel luglio 1917, fu assegnato al 2º Reggimento genio telegrafisti frequentando poi il corso Allievi ufficiali di complemento. Nel marzo 1918 fu nominato Aspirante e mandato in zona di operazioni sul Cadore in forza alla 48ª Compagnia zappatori, nel mese di maggio del 1918 chiese, ed ottenne, il trasferimento nelle file degli Arditi presso il IX° Reparto d’Assalto, e combattè nella battaglia del Solstizio distinguendosi sull’Asolone, sul Col Moschin e sul Fagheron.
Venne decorato con la Medaglia d’oro al valor militare per il coraggio dimostrato sul Col Berretta, dove rimase gravemente ferito. Rientrato in servizio fu promosso sottotenente, ed assegnato al 7º Raggruppamento del genio di stanza a Roma. Messo in congedo riprese gli studi laureandosi in giurisprudenza presso l’Università di Roma nel 1923, esercitando la professione di avvocato dapprima nella Capitale e poi a Mogadiscio, in Somalia. Promosso tenente nel 1934, partecipò alla guerra d’Etiopia e quindi alla seconda guerra mondiale dove fu catturato dagli inglesi nel 1941. Rimpatriato tramite la Croce Rossa nel corso del 1943, si spense a Roma il 15 ottobre 1955.
Dall’8 novembre 1922 al 3 maggio 1923 Vitali fu commissario del Fascio di combattimento di Livorno.
Alcune delle Onorificenze conseguite:
Medaglia d’oro al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d’oro al valor militare
«Porta stendardo di un battaglione «Fiamme nere», in un fierissimo combattimento fece sventolare alto il tricolore alla testa della prima ondata, infiammando ed entusiasmando i soldati. Convinto dell’importanza morale del sacro segnacolo di vittoria, lo tenne spiegato nei punti più pericolosi e più minacciati, anche quando attorno a lui imperversava la distruzione e la morte. Ferito gravemente con la perdita di un occhio, rifiutò di lasciare il combattimento. Accerchiato con altri pochi compagni da forze superiori, con sublime slancio, si scagliò in violenta ed impari lotta, riuscendo col suo eroico ardimento, a fare abbassare le armi al reparto nemico, che gli aveva tagliata la ritirata. Solo a combattimento ultimato si sottopose alle cure mediche. Fulgido esempio di eroismo e di alte virtù militari. Monte Asolone. Col della Berretta, 25 ottobre 1918. »