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Pubblicato il 05/04/2022

CHI SONO I MONGOLI RUSSI DI BUCHA – UCRAINA// ACCUSATI DELLE ESECUZIONI ANCHE CARRISTI E PARACADUTISTI RUSSI

Omurbekov Azatybek Asanbekovich è il comandante dell’unità militare 51460, 64esima brigata di fucilieri motorizzati. Era lui il comandante delle truppe russe il 31 marzo, giorno in cui le truppe russe hanno lasciato la cittadina; ha circa 40 anni, fa parte dei buriati, la più grande minoranza etnica di origine mongola della Siberia. Per muovere guerra all’Ucraina l’unità 51460 è partita da Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Khabarovsk, Russia orientale.

Nell’area si trovavano anche carristi della 36esima armata del distretto dell’estremo oriente militare russoe paracadutisi del 36esimo reggimento della 98esima divisione aerotrasportata. Ieri intanto il New York Times ha mostrato le immagini satellitari dei cadaveri in strada risalenti a più di 3 settimane fa, quando le milizie russe erano ancora presenti in quell’area.

Mentre la bandiera che si vede nella foto dell’unità 51460 è quella della repubblica di Sachs, Yakutia, lontana sette fusi orari ad est di Bucha, una degli ottantacinque “soggetti” amministrativi della Federazione Russa.

Le foto dell’agenzia di immagini satellitari Maxar mostrano che accanto alla chiesa di Sant’Andrea di Bucha a partire dal 10 marzo si comincia a scavare una fossa comune. L’agenzia di stampa Afp ha scritto che in quell’area sono stati trovati 57 corpi, in gran parte bruciati. Il quotidiano Slidstvo.info ha pubblicato informazioni sui soldati russi presenti a Bucha. Tra questi c’era chi si vantava di tagliare le orecchie agli ucraini, sui social network.
LA VERSIONE DEI RUSSI
«Per quattro giorni da quando l’esercito russo ha lasciato Bucha, non c’è stato un solo segno di atrocità. Non una sola menzione di esse», ha detto il diplomatico russo. Sottolineando che in questi giorno nessuno ha diffuso «notizie di atrocità attribuite all’esercito russo a Bucha». Tra le prove c’è un video del sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk dopo il ritiro dei militari russi. Il quale si dice (secondo la traduzione) felice, parlando di vittoria per l’esercito ucraino, senza dire nulla delle atrocità. Fedoruk risponde oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «La città è stata tagliata fuori dal mondo per settimane. Solo quando l’hanno liberata abbiamo potuto vedere la realtà e renderci conto dell’orrore».

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