CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 05/09/2014

COCER ESERCITO E POLIZIA MINACCIANO LO SCIOPERO. COCER CHEDE LE DIMISSIONI DEI RESPONSABILI DI OGNI CORPO



PARMA- Esercito, Carabinieri e Finanza verso lo sciopero
La mobilitazione generale per protestare contro il blocco degli stipendi

Il provvedimento del blocco degli stipendi degli statali, più volte annincato sia dal Ministro Madia sia dallo stesso Matteo Renzi sta producendo uno scontro tra premier e uomini in divisa.

Sindacati di polizia e Cocer delle forze armate mettono in campo la minaccia di un inaudito e inusuale, sciopero generale del comparto. Renzi replica duro: «Pronto ad incontrarli, ma non cedo ai ricatti».

Ne è scaturito un comunicato contro il Governo che ha mantenuto il blocco degli stipendi per il quinto anno consecutivo, nonostante “i continui impegni assunti formalmente con documenti ufficiali e con dichiarazioni sia dei ministri che dei capi dei singoli Corpi e Dipartimenti”.

Sarebbe un record, uno sciopero delle forse dell’ordine, che si verificherebbe per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana.

Da Newport risponde Renzi, dove sta partecipando al vertice Nato: “Riceverò personalmente gli uomini in divisa – assicura – ma non accetto ricatti”. Per il premier, è ingiusto in un momento di crisi fare sciopero per un mancato aumento quando ci sono milioni di disoccupati. E da Palazzo Chigi fanno notare che il blocco degli stipendi degli statali era già previsto nel Def, non c’è niente di nuovo.
Renzi: “No ai ricatti” – “Riceverò personalmente gli uomini in divisa – assicura Renzi – ma non accetto ricatti”. Per il premier, è ingiusto in un momento di crisi fare sciopero per un mancato aumento quando ci sono milioni di disoccupati. E da Palazzo Chigi fanno notare che il blocco degli stipendi degli statali era già previsto nel Def, non c’è niente di nuovo. Il governo, spiegano, è disposto volentieri ad aprire un tavolo di discussione con le forze di sicurezza, che sono fondamentali per la vita del Paese. “Ma siamo l’unico Paese – osservano nel palazzo del Governo – che ha cinque forze di polizia. Se vogliono discutere siamo pronti a farlo su tutto. Non tocchiamo lo stipendio né il posto di lavoro di nessuno, ma è ingiusto scioperare in un momento di crisi per un mancato aumento”. Intanto, si fanno sentire i primi effetti della protesta sul territorio.

Leggi anche