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Pubblicato il 17/09/2020

COLLOQUI SULLA “PACE” IN AFGANISTAN: VINCONO I TALEBANI

I colloqui tra americani e talebani sono ripresi a Doha e si avviano alla “stretta di mano” finale.
Trump ha concesso ai “nemici” ben più di quello che ci si sarebbe aspettato in un “negoziato” di pace e questo obbligherà il Governo afghano a dialogare con un vincitore, concedendo una serie di rinunce sul potere di alcune aree del paese lasciandogli il controllo del territorio che già è stato conquistato, ovvero il 40%, controllato da talebani o bande affiliate. Il governo firmerà la rinuncia al contrasto alla produzione e commercio di oppiacei, ovvero il 60% del “fatturato” talebano.
Gli afghani hanno sempre vinto sul campo ogni “invasore” straniero, antico o moderno. A nulla è valsa la tecnologia militare: in 20 anni di conflitto hanno raggiunto 50/60 mila combattenti, che contano su un numero triplo di conniventi sul terreno, permettendogli di muoversi liberatmente . Il tempo ha giocato a loro favore: al fronte ci sono soldati americani di 19 anni, nati quando la guerra è iniziata.

Il ritiro americano obbligherà la Nato , quindi anche l’Italia , ad una diminuzione della presenza militare in Afghanistan, attualmente impegnata in soli ruoli nn combattennti.

Una menziona speciale va all’Italia, che ha dimostrato eccellenti capacità di adattamento e di gestione del territorio e dei rapporti con il paese, riconosciuta anche dal generale David H. Petraeus, già comandante delle forze statunitensi in Afghanistan con queste parole: ‘gli italiani hanno svolto attività da manuale’”.

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