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Pubblicato il 09/04/2019

COMBAT MEDIC: PRIMO A PULLENDORF UN RANGER ALPINO DEL COMFOSE . PREMIATO UN ISTRUTTORE 185 RRAO


Un Ranger delle Forze Speciali dell’esercito si qualifica primo al Corso NATO Special Operation Combat Medic (NSOCM).

Presso le strutture dell’International Special Training Centre (ISTC) di Pfullendorf (GER), si è conclusa con la consegna degli attestati la terza edizione del Corso NATO Special Operations Combat Medic (NSOCM) cui hanno partecipato 20 operatori delle Forze Speciali Internazionali.
Presente con invitato il Generale di Brigata Ivan Caruso, Comandante del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE).

In 24 settimane (due delle quali da svolgersi in ambiente ospedaliero presso l’ospedale universitario di Cork – IRL), il NATO Global Programming sviluppato dall’Allied Command Transformation (ACT) offre un corso di elevata qualità ai suoi partecipanti, rendendo le Forze Speciali in grado di garantire un adeguato supporto sanitario dove si deve operare in situazioni di isolamento.

4 operatori del COMFOSE erano presenti al corso. Uno di loro. Un Ranger del 4° reggimento alpini paracadutisti “Ranger” ha ricevuto l’attestato di Distinguished Honored Graduate,classificatosi primo su 20 con la media complessiva del 93%.
E’ la terza volta che gli italiani raggiungono questo risultato con uno dei loro operatori.

Un istruttore italiano del 185° R.R.A.O. è stato insignito dell’ US Army Achievement Medal per il suo impegno eccellente e intenso durante lo svolgimento del Corso.

La lingua usata è statoa l’inglese. Si sono tenuti 10 moduli addestrativi teorico-pratici universitari e, per i qualificati, il si ottengono ben 60 crediti universitari da parte dell’University College of Cork (UCC),dopo il superamento dei necessari esami teorici.

L’Italia è tra i maggiori contribuenti in ambito NATO del progetto NSOCM ed il COMFOSE persegue la individuazione dei migliori operatori dei Reparti , che siano più inclini alla cosiddetta “medicina da combattimento”,per impiegarli in quelle aree dove non vi è alcuna copertura con personale medico del normale sistema sanitario militare. In passato un Incursore del 9° reggimento “Col Moschin”, grazie alle conoscenze acquisite ha salvato oltre 120 vite umane durante un impiego all’estero.

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