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Pubblicato il 24/01/2020

CONCORSI TRUCCATI PER FORZE ARMATE E POLIZIA PENITENZIARIA : 151 SOTTO PROCESSO

Ad ottobre 2020 saranno a processo 151 tra aspiranti agenti della penitenziaria e militari, provenienti da Napoli, Caserta e dintorni, Salerno, Benevento, Avellino, Foggia, Taranto, Torino, Oristano e Palermo. Per superare il concorso avevano acquistato le risposte ai quiz, oppure si servivano di mini auricolare bluetooth, o avevano le risposte trascritte
su foglietti o all’intrno degli astucci dei telefonini; alcuni erano in possesso della formula algoritmica per rispondere ai quesiti, altri anche dei fogli necessari per le risposte ai quiz di matematica e logica. Ironia della sorte: qualcuno era stato bocciato nonostante conoscesse i risultati dei singoli quiz. Le acuse sono di di truffa, ricettazione e del reato di repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche. Dopo le condanne arrivate a novembre in abbreviato per alcuni degli imputati, il pm ha citato in giudizio tutti i beneficiari della corruzione e della rivelazione di segreto d’ufficio, con la fissazione della prima udienza dinanzi al giudice monocratico.

Gli illeciti partono dal 2016. Tra i primi che sono andati a processo ci sono l’ex generale in pensione, Ciro Fiore, e il maresciallo della guardia di finanza Giuseppe Claudio Fastampa, in abbreviato condannati due mesi fa a 2 anni di reclusione come capi dell’organizzazione, in comlicità con Giuseppe Zarrillo, Sabato Vacchiano e Massimo Di Palma (un anno e 4 mesi), anche se nell’inchiesta sono stati coinvolti anche Dario Latela, Carolina Caiazzo, Daniele Caruso e Luigi Masiello.

Nel concorso oggetto di indagine si trattava di assegnare 300 posti nella Polizia Penitenziaria maschile, 100 in quella femminile e oltre 2mila come volontari in ferma prefissata quadriennale per Esercito, Aeronautica Militare, Marina militare e Capitaneria di Porto
Sospettando gravi irregolarità, il Capo del Dipartimento della Polizia penitenziaria aveva annullato la prova scritta disponendo la rinnovazione del concorso, che fu espletato poi a luglio 2017 con un anno di ritardo. Lo scandalo dei concorsi era esploso tra ottobre 2018 e febbraio scorso, quando due operazioni della guardia di finanza avevano portato all’arresto di una decina di persone, accusate di essere in possesso delle risposte ai quiz e di averle vendute per decine di migliaia di euro.

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