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Pubblicato il 11/06/2018

CONEGLIANO- MORTO DON ROMUALDO. DIFESE 400 UFFICIALI DELLA RSI ED ACCUSO’ I PARTIGIANI ROSSI DI ECCIDIO

È morto Venerdì scorso all’ospedale di Conegliano il più anziano prete della diocesi, monsignor Romualdo Baldissera. Aveva 97 anni (due anni fa aveva rinnovato la patente) ed era cappellano del Papa. Nato a Portobuffolé il 7 febbraio 1921, fu ordinato sacerdote a Vittorio Veneto il 4 giugno 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, primo sacerdote ordinato dal vescovo Eugenio Zaffonato. Il funerale, presieduto dal vescovo Corrado Pizziolo, è stato celebrato Sabato mattina nella chiesa parrocchiale di San Pio X, a Conegliano. Don Romualdo accompagnò le Acli nel duro periodo dell’impegno sociale e politico dell’organizzazione.Aveva confessato che non riusciva a cancellare il ricordo della infamità dei partigiani rossi che gli ha segnato tutta la vita , ovvero l’eccidio nell’aprile 1945, a Oderzo. Nella sua canonica era stato raggiunto un accordo con i membri del CLN che prevedeva la resa incondizionata di tutte le forze fasciste. Al Collegio Brandolini erano ospitati circa 400 allievi ufficiali dell’esercito repubblichino. «I partigiani ci dissero che li avrebbero portati oltre il Piave – ha raccontato il prete – dove sarebbero stati più sicuri. Li salutai in piazza, erano stipati sulle camionette E fra questi anche diversi ragazzi giuliani fuggitI dal regime di Tito. Venimmo a sapere che erano stati fucilati sul Piave, solo uno si salvò. Qualche tempo prima vennero fucilati tredici fascisti. Fui incaricato di seppellirli. Al cimitero c’ero soltanto io con il becchino.
Lui era lì giovane 24 enne sacerdote e li conosceva quasi tutti di persona quei giovani di 17 e 18 anni, “molti venivano da me a catechismo”, descriveva preciso Mons. Romualdo: “Sono passati 70 anni ma ricordo come se fosse oggi, . . . quegli sguardi di quei ragazzi, caricati nei camion in direzione Ponte della Priula, da Oderzo, tra i vetri consunti di quei finestrini; voglio credere siano stati sguardi di speranza (loro credevano di andare al sicuro, così gli era stato detto e fatto credere) ma forse non tutti ci cascarono in quell’inganno, dalla luce dei loro occhi trasparivano anche messaggi e sentimenti misti a terrore, rassegnazione e . . incredulità”.

LEGGETE LA RICOSTRUZIONE STORICA DELLA STRAGE
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