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Pubblicato il 13/08/2021

CORRIERE DELLA SERA : GRAZIE AI MILITARI IMPEGNATI NELLA SICUREZZA DEL LUOGHI SENSIBILI DELLA CAPITALE

presidi giorno e notte

13 agosto 2021 – 08:02


Il valore da riconoscere ai nostri ragazzi in divisa

Con duecento ambasciate, tremila diplomatici e decine di palazzi istituzionali, un paese democratico e serio dovrebbe riconoscere il ruolo migliaia di servitori dello Stato

di Antonio Macaluso

Il numero esatto è ovviamente difficile da stabilire, ma quantificare in circa tremila il numero dei diplomatici presenti a Roma non è lontano dalla realtà. Accanto alle ambasciate presso lo Stato italiano, circa 200, ci sono quelle accreditate dalla Santa Sede. Bisogna poi tener conto delle molte organizzazioni internazionali con sede nella Capitale, la Fao ad esempio. Una folla di diplomatici e dirigenti di rango diverso che, in parte, devono essere tutelate dalle nostre forze dell’ordine.

Ci sono poi tutti i palazzi delle nostre Istituzioni, a cominciare dal Quirinale, passando per palazzo Chigi e i ministeri. E le sedi della politica, della magistratura, di tante organizzazioni che sono o potrebbero finire nel mirino di possibili attentatori di vario stampo.

Questo articolo nasce dalla precisa volontà nostra e di tanti nostri lettori di ringraziare quei ragazzi in divisa che, anche in questi giorni di caldo insopportabile, stazionano giorno e notte davanti ad edifici «sensibili» e dunque da presidiare. L’Esercito italiano ha messo in campo centinaia di soldati che si alternano in turni non esattamente riposanti davanti ai portoni di decine di palazzi per garantire a chi li abita o vi lavora la sicurezza cui ha diritto.



Accanto agli uomini e alle donne dell’Esercito – sempre più spesso le coppie di sorveglianza sono miste, un bel segnale – ci sono i colleghi e le colleghe del servizio scorte di polizia, carabinieri e Guardia di finanza, che sono impegnati anche nell’azione di tutela nella fase di spostamento in città o fuori di quelle stesse istituzioni, dei politici, dei magistrati, di giornalisti, diplomatici e di chi ha bisogno di protezione.

Un paese moderno, democratico e serio dovrebbe riconoscere il ruolo di queste migliaia di servitori dello Stato con maggiore efficacia e visibilità, i ringraziamenti di prassi nei discorsi ufficiali non ripagano un ruolo che, nel suo silenzioso svolgersi quotidiano, racchiude in sé uno dei motori che garantiscono a tutti una vita quotidiana migliore.



Roma, come del resto ogni capitale del mondo, sente o dovrebbe sentire maggiormente il dovere morale di vicinanza a questi ragazzi, troppo spesso invisibili agli occhi distratti di chi cammina per le strade senza pensare che quelle divise garantiscono tutti noi, la convivenza civile di un paese e di un sistema di relazioni internazionali la cui sicurezza non è per nulla scontata. Ogni giorno può essere tranquillo o carico di incognite a seconda delle segnalazioni che arrivano dai servizi di intelligence nostri e dei nostri alleati.

Non sappiamo se siano questi giorni più o meno liberi da segnali negativi, ma bastano i 40 gradi di una città rovente per cogliere l’occasione di testimoniare affetto e rispetto a tutti coloro che davanti ad un portone devono comunque stare.

numero esatto è ovviamente difficile da stabilire, ma quantificare in circa tremila il numero dei diplomatici presenti a Roma non è lontano dalla realtà. Accanto alle ambasciate presso lo Stato italiano, circa 200, ci sono quelle accreditate dalla Santa Sede. Bisogna poi tener conto delle molte organizzazioni internazionali con sede nella Capitale, la Fao ad esempio. Una folla di diplomatici e dirigenti di rango diverso che, in parte, devono essere tutelate dalle nostre forze dell’ordine.



Ci sono poi tutti i palazzi delle nostre Istituzioni, a cominciare dal Quirinale, passando per palazzo Chigi e i ministeri. E le sedi della politica, della magistratura, di tante organizzazioni che sono o potrebbero finire nel mirino di possibili attentatori di vario stampo.

Questo articolo nasce dalla precisa volontà nostra e di tanti nostri lettori di ringraziare quei ragazzi in divisa che, anche in questi giorni di caldo insopportabile, stazionano giorno e notte davanti ad edifici «sensibili» e dunque da presidiare. L’Esercito italiano ha messo in campo centinaia di soldati che si alternano in turni non esattamente riposanti davanti ai portoni di decine di palazzi per garantire a chi li abita o vi lavora la sicurezza cui ha diritto.

Accanto agli uomini e alle donne dell’Esercito – sempre più spesso le coppie di sorveglianza sono miste, un bel segnale – ci sono i colleghi e le colleghe del servizio scorte di polizia, carabinieri e Guardia di finanza, che sono impegnati anche nell’azione di tutela nella fase di spostamento in città o fuori di quelle stesse istituzioni, dei politici, dei magistrati, di giornalisti, diplomatici e di chi ha bisogno di protezione.

Un paese moderno, democratico e serio dovrebbe riconoscere il ruolo di queste migliaia di servitori dello Stato con maggiore efficacia e visibilità, i ringraziamenti di prassi nei discorsi ufficiali non ripagano un ruolo che, nel suo silenzioso svolgersi quotidiano, racchiude in sé uno dei motori che garantiscono a tutti una vita quotidiana migliore.



Roma, come del resto ogni capitale del mondo, sente o dovrebbe sentire maggiormente il dovere morale di vicinanza a questi ragazzi, troppo spesso invisibili agli occhi distratti di chi cammina per le strade senza pensare che quelle divise garantiscono tutti noi, la convivenza civile di un paese e di un sistema di relazioni internazionali la cui sicurezza non è per nulla scontata. Ogni giorno può essere tranquillo o carico di incognite a seconda delle segnalazioni che arrivano dai servizi di intelligence nostri e dei nostri alleati.

Non sappiamo se siano questi giorni più o meno liberi da segnali negativi, ma bastano

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