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Pubblicato il 13/12/2017

CORTE COSTITUZIONALE: I MILITARI SI POSSONO ISCRIVERE AI PARTITI SENZA CARICHE

CORTOCIRCUITI LEGISLATIVI
Come spesso accade, la Magistratura getta i cittadini nello sconforto, facendoli assistere a balletti grammaticali e legislativi, che alla fine intaccano i princìpi di riferimento della società civile. In questo caso tocca ad un concetto che ognuno di noi considerava assodato: la neutralità di chi indossa una uniforme. I militari, che, secondo le Toghe, possono iscriversi apertamente ed altrettanto apertamente manifestare la loro appartenenza ad un partito, ma – e qui la ipocrisia – senza poter assumere cariche. Per ora.
Con la sentenza 5845 depositata ieri , infatti, la Quarta Sezione del Consiglio di Stato, in opposizione parziale della sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Piemonte, ha stabilito che “i militari possono iscriversi ad un partito politico, ma non anche assumere cariche al suo interno”. Quanto al primo aspetto, il Consiglio di Stato ha osservato che, “pur ammettendo la Costituzione la possibilita’ di vietare per legge l’iscrizione a partiti politici per determinate categorie di dipendenti, non puo’ d’altra ammettersi la limitazione di un diritto fondamentale di ogni cittadino in via di interpretazione logica o estensiva. Tale soluzione e’ in linea anche con i principi affermati dal diritto internazionale e sopranazionale, dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta europea dei diritti dell’uomo”. Diversa la conclusione per quanto riguarda l’assunzione di cariche di partito. In questo caso, infatti, il militare sarebbe tenuto a manifestare pubblicamente e attivamente la linea politica del partito di cui fa parte, ingenerando nella comunita’ dubbi sulla neutralita’ delle Forze armate, sancita espressamente dalla Costituzione.

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