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Pubblicato il 24/07/2019

CORTOMETRAGGIO “SCHERZA CON I FANTI” – L’AUTORE: “SIAMO UN PAESE DI ANTIMILITARISTI”


RIASSUNTO STRALCIATO DI UN ARTICOLO APPARSO SU
Il Mattino Circondario Sud data: 24/7/2019 – pag: 15

«Il mio racconto sui soldati italiani è un inno alla pace»

«SCHERZA CON I FANTI» È IL NUOVO DOCUFILM CHE PANNONE HA FIRMATO CON SPARAGNA «SIAMO UN PAESE ANTIMILITARISTA»

STRALCIO DELL’ARTICOLO DI
Oscar Cosulich

Sono undici i film in concorso nella sedicesima edizione delle Giornate degli Autori (28 agosto – 7 settembre), sezione parallela della Mostra di Venezia che da quest’anno è presieduta da Andrea Purgatori. ……. omissis……..
L’Italia torna negli eventi speciali della rassegna, con il dramma fantasy «Mio fratello rincorre i dinosauri» di Stefano Cipani, con Isabella Ragonese e Alessandro Gassmann; «Cercando Valentina» di Giancarlo Soldi che ricostruisce attraverso il fumetto di Guido Crepax la Milano degli anni 60 e 70; «Mondo Sexy» di Mario Sesti, che chiama in causa Bataille e Barthes riproponendo le immagini del corpo femminile come apparivano nel cinema erotico/esotico italiano degli anni 60; il documentario «Scherza con i fanti» di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna.

Pannone, nel 2016 lei ha realizzato «Lascia stare i santi», con «Scherza con i fanti» chiude un dittico?
«Dopo aver fatto un viaggio nel sentimento religioso del nostro Paese ci sembrava naturale proseguire la nostra analisi, appoggiandoci al materiale di repertorio, così come alle musiche della tradizione popolare. Questa volta però c’era un aspetto più complesso da affrontare: la difficoltà italiana ad accettare il mondo militare, perché noi siamo naturalmente antimilitaristi, anche se non lo sappiamo».
Italiani brava gente?
«Io sono junghiano: nella nostra penisola ci sono stati 2.000 anni di invasioni. Nella memoria collettiva è inevitabile che le divise siano viste con sospetto e timore. I canti popolari bellici sono per lo più canti di madri e donne che chiedono il ritorno a casa di figli e mariti, che non possono accettare che siano stati strappati alle loro campagne per andare a combattere alle frontiere dell’Austria».
I confini della patria sono un concetto astratto per chi fatica a guadagnarsi il pane?
«Quello italiano non è mai stato un popolo guerriero proprio per la millenaria storia del nostro Paese. Scherza con i fanti è un viaggio tragicomico negli ultimi cento anni della storia d’Italia e, soprattutto, un universale inno alla pace, che scandaglia il difficile, sofferto e ironico rapporto del popolo con il mondo militare e con il potere. Un rapporto con una forte pietas di matrice cristiana, perché quando si tratta di partecipare alle missioni di pace tutti ne capiscono l’importanza».
Come è strutturato il film?
«Il film è composto al cinquanta per cento da materiale dell’Archivio Luce e al cinquanta da riprese fatte da me, ed è scandito da quattro i diari di guerra. Il primo è quello di un soldato lombardo del Regio Esercito di stanza a Pontelandolfo, vicino Benevento, teatro del più cruento eccidio di civili dopo l’unità d’Italia. Il secondo è quello di un autista viterbese del Regio Esercito che, convinto fascista, nel 1935 andò a combattere in Etiopia e lì scopri la terribile realtà dei gas usati contro la popolazione. Il terzo è quello di una giovane donna cattolica di estrazione borghese, partigiana sulle montagne tra Parma e La Spezia, che racconta la sua guerra contro i nazifascisti, ma anche contro gli uomini che non ne accettavano il ruolo. Il quarto diario, infine, scorre intervallandosi agli altri tre ed è quello del napoletano Vincenzo Marasco, sergente della Marina militare. Marasco è un quarantenne appassionato suonatore di zampogna, ha prestato servizio nelle missioni di pace internazionali e in Kosovo ha scritto un diario ricco di umanità. Lui per me incarna la pietas degli italiani».

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