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Pubblicato il 30/07/2014

COSTA CONCORDIA. IL GENIO NAVALE HA FATTO LA STESSA COSA , NEL 1916, CON MAZZE E SCALPELLI

PARMA- L’operazione costa concordia non è una novità: qualcosa di simile era già stato fatto, quasi un secolo fa, per la nave da battaglia Leonardo da Vinci, saltata in aria nel porto di Taranto la sera del 2 agosto 1916 per sabotaggio. La nave, di quasi 25.000 tonnellate, si era rovesciata, causando la morte di 248 membri dell’equipaggio. Le sue sovrastrutture si erano contorte conficcandosi nel fondo del Mar Piccolo e solo una piccola parte della carena emergeva: molto peggio della Costa Concordia, la cui sorte fu determinata solo da un errore umano mentre la fine della Leonardo è costata ai servizi segreti austro-ungarici un milione di lire di allora.

Una squadra di solo sei palombari, istruita e diretta dal Capitano Armando Andri, ingegnere del Genio navale, palombaro lui stesso e abilissimo operaio meccanico, usando mezzi che facevano sorridere anche allora e cioè trapani, mazze e scalpelli, perché il taglio ossiacetilenico era ritenuto ancora poco sicuro sott’acqua, è riuscita, spianando e tappando le due grandi falle e tagliando le sovrastrutture, a rendere possibile il galleggiamento, sempre lavorando con lo scafandro.

Utensili di nuovo tipo, adatti a facilitare il difficilissimo lavoro, venivano di volta in volta inventati dall’Ing. Andri e fabbricati negli arsenali della marina militare. Calcoli fatti a mano. Scarso il denaro.

La parte più lunga dei lavori, lo svuotamento e la ricostruzione dello scafo, in vista di una sua possibile trasformazione in portaerei, è stata eseguita facilmente, all’asciutto e in pinea sicurezza, dagli operai, tutti italiani, del bacino di Taranto nel quale era stata immessa. L’ing. Andri, che più volte aveva rischiato la vita perché si riservava i lavori più pericolosi, in particolare quelli che richiedevano l’uso degli esplosivi, veniva nominato Cavaliere della Corona d’Italia. Solo a 85 anni è stato promosso Contrammiraglio del Genio navale, nel ruolo d’onore

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