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Pubblicato il 13/11/2020

COVID: L’ESERCITO IN PRIMA LINEA CON OSPEDALI DA CAMPO – TAMPONI E VACCINI ALLA POPOLAZIONE

GUERINI: «DAI MILITARI VALORE STRATEGICO E CONTROLLO TERRITORIALE» E SARANNO I SOLDATI A ESSERE INCARICATI DI DISTRIBUIRE IL VACCINO

TENDE E STRUTTURE CAMPALI PER IL SUPPORTO SANITARIO
In tutta Italia sono quasi ultimate le operazioni di schiramento di tende e piccoli complessi sanitari per assicurare letti di degenza e materiale sanitario di supporto , come l’ossigeno. L’ultimo in ordine di tempo è stato inaugurato giovedì 12 a Perugia. Si trova nell’area dell’eliporto dell’ospedale Santa Maria della Misericordia.
LA STRUTTURA
L’ospedale da campo di Perugia è simile a quello che verrà allestito in Calabria dopo il rifiuto della Campania. A Perugia saranno 34 i posti letto di degenza ordinaria e 3 di degenza sub-intensiva. Tutto il personale è militare: medici, farmacisti, infermieri, operatori logistico-sanitari.

IN CALABRIA
Rispetto a Perugia, sono diversi i numeri dell’ospedale da campo militare ipotizzato per la Campania e poi dirottato in Calabria. La struttura avrà 45 posti letto di degenza ordinaria che possono crescere fino a 80, mentre i posti in terapia intensiva saranno 5 aumentabili a dieci. Poi un laboratorio di biologia molecolare per i tamponi. Tutto il personale sarà militare, con il supporto della Asl della città calabrese dove verrà stabilito l’allestimento. Qualche problema, anche per l’Esercito, lo danno la poca disponibilità degli anestesisti. In servizio ce ne sono solo una quarantina e molti sono impegnati in missioni all’estero, come in Afghanistan, nel Libano e in Irak.
Gli ospedali da campo militari sono parte dell’operazione Igea, progettata in supporto alla sanità civile. Lorenzo Guerini: «La sanità militare, con le sue specificità nel campo medico e ricerca, ha dimostrato in questi mesi la sua importanza e il valore strategico dando un supporto di collaborazione al ministero della Salute che consente un controllo capillare sul territorio».

I TAMPONI
Se nella prima fase dell’emergenza Covid gli ospedali da campo militari sono stati allestiti a Piacenza e Cremona, nella seconda finora ne sono pronti altri due. Ma l’esercito è già da 23 giorni in attività nell’operazione Igea che è partita per aiutare le Asl locali nella raccolta e diagnosi dei tamponi per accertare le eventuali positività. In Campania, ci sono 19 Dtd e un paio sono in attività al Frullone. Affiancano il personale sanitario civile nella raccolta dei tamponi. Il ministero della Difesa ha messo a disposizione anche 12 laboratori di analisi per le diagnosi. Sono in grado di eseguire circa 19mila test a settimana. I primi a mettersi al lavoro sono stati i laboratori dell’ospedale militare del Celio e dell’Istituto di Medicina aerospaziale dell’Aeronautica militare a Roma. Poi, il Centro medico ospedaliero di Milano e il Dipartimento di medicina legale di Padova.

lA Difesa svolgerà un quolo importante per la pianificazione della distribuzione del vaccino. Per la distribuzione dei vaccini dovrebbe essere prevista una logistica ad hoc’ da parte della Difesa, già impegnata in missioni per sostegni logistici a lungo raggio come le operazioni internazionali. Non si esclude al momento, così come già avviene a Milano per il vaccino influenzale, l’ipotesi che i militari possano essere adoperati anche per la somministrazione delle dosi.

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