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Pubblicato il 27/02/2024

DA OGGI IL GENERALE MASIELLO E’ IL NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO

Alla cerinonia hanno partecipato il Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, i Sottosegretari di Stato alla Difesa, Sen. Isabella Rauti e On. Matteo Perego di Cremnago e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, unitamente a numerose autorità militari , civili e religuiose, tra le quali l’Ordinario Militare Marcianò

LA CRONACA IN IMMAGINI

Continuità e cambiamento. così il Ministro Crosetto, intervenuto alla cerimonia, ha riassunto le parole chiave “solo apparentemente antitetiche” ma dui cui ognuno intuisce il significato che le unisce. Lo ha detto di fronte allo schieramento di una Brigata di formazione, composta anche da unità in uniforme storica. La Folgore era rappresentata da un plotone del 185mo artiglieria paracadutisti.

Roma, 27 febbraio. Questa mattina nella caserma “Abba”, nel comprensorio militare della “Cecchignola”, si è svolta la cerimonia di avvicendamento nella carica di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito tra il Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino e il parigrado Carmine Masiello. La cerimonia è stata preceduta dall’omaggio alla tomba del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria in segno di rispetto e meorie dei Caduti di ogni tempo.

Il passaggio della Bandiera di Guerra dell’Esercito tra il Generale Serino e il Generale Masiello ha sancito l’avvicendamento del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
Il Generale Serino ha terninato oggi la sua carriera iniziata nel 1974 alla Scuola Militare “Nunziatella”. Lui per primo ha ricordato i valori che la Bandiera di Guerra dell’Esercito custodisce. L’Esercito, ha ricordato, dove opeano “Soldati, di ieri e di oggi dall’immutato impianto valoriale, sempre generosi e orgogliosi di servire la Patria. I miei maestri e professori mi hanno insegnato che un Soldato ha tanti superiori, ma solo due padroni: la Legge e l’Etica,

CROSETTO: CONTINUITA’ E CAMBIAMENTO
“Continuità e cambiamento: solo apparentemente antitetici, ma ambedue indispensabili. Se la continuità racchiude il significato più profondo delle Istituzioni, il cambiamento ne sottende lo spirito di evoluzione, la tendenza a innovarsi per stare al passo con i tempi. Il cambiamento nel mondo militare, non è mai un salto nel buio. Lo “stile” dell’Esercito è la capacità di assecondare i cambiamenti, interpretare la modernità, trasformarsi rimanendo fedeli a ideali, a valori che non dipendono dal variare delle stagioni, lealtà, senso di appartenenza, etica del lavoro, impegno, assoluta fedeltà alla Repubblica. Dobbiamo essere in grado di discernere sempre la linea, talvolta fioca, che separa ciò che è giusto, da ciò che non lo è.
CAVO DRAGONE A MASIELLO : APPREZZAMENTO PER I CARDINI DEL PROGRAMMA DI LAVORO DI MASIELLO: ADDESTRAMENTO E MODERNIZZAZIONE INSIEME AI VALORI E ALL’ETICA
L’ammiraglio Cavo Dragone, durante il suo discorso, al Generale Serino ha detto: “Pietro …. hai saputo cogliere le sfide poste dai complessi scenari moderni, dimostrando sensibilità e lungimiranza, sostenendo nella tua Forza Armata un impegnativo processo di trasformazione e modernizzazione, tra cui la realizzazione di innovative capacità operative in ottica interforze ne è un concreto esempio”. Rivolgendosi poi al Generale Masiello, ha continuato: “Ho ascoltato con grande piacere la declinazione delle Tue priorità programmatiche per l’Esercito: l’addestramento e la modernizzazione sono processi fondamentali, ma bene hai fatto a individuare un aspetto altrettanto cruciale: quello etico e valoriale, fondamentale soprattutto per i giovani che sono l’anima profonda e il cuore pulsante delle Forze Armate italiane”.
MASIELLO: MOMENTO DI EMOZIONE SALUTANDO IL PADRE NOVANTENNE IN TRIBUNA E LA FAMIGLIA
Il Generale Masiello , dopo avere reso omaggio alla Bandiera ed ai Caduti e dopo avere salutato e ringraziato le numerose autorità milItari e civili, ha mandato un saluto al Padre novantenne presente in tribuna e alla Sua Famiglia.
Il capo di SME, ha ricordato “i valori dell’essere militare che, oltre a contraddistinguere l’Istituzione, sono quelli che contribuiscono a superare i momenti difficili. Indossare l’uniforme, scegliere il mestiere delle armi si traduce in una scelta di vita che ha regole proprie, racchiuse nella formula del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, che tutti pronunciamo all’inizio della nostra carriera. È un contratto che firmiamo con l’Italia!”.

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