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Pubblicato il 28/03/2018

DEBITI IN FAMIGLIA: ACQUISTI INUTILI COMPULSIVI NEL 50% DEI CASI . FORTE LA RICHIESTA DI PRESTITI

Una indagine della società polacca specialista in recupero crediti e analisi finanziarie Kruk ha verificato che solo il 6% degli intervistati in Italia dichiara di non preoccuparsi della propria situazione finanziaria, mentre per il 25% è un problema arrivare a fine mese.Il Gruppo gestisce nel nostro paese dal 2005 oltre 300.000 casi di persone indebitate con le quali concorda un programma personalizzato di rientro del debito e di recupero della “verginità” finanziaria, dopo essere stati classificati come cattivi pagatori.Le conclusioni dello studio :

In Italia si ricorre sempre più frequentemente al denaro in prestito da banche o da società finanziarie.

Lo sforamento dallo stipendio riguarda il 58% dei lavoratori dell’area dei servizi, il 50% di quelli del commercio e il 46% dei bancari. La motivazione? Acquisti ( inutili) compulsivi
Bassa la puntualità nei pagamenti delle rate ,però. Cattivi pagatori sembrerebbero primariamente i lavoratori del commercio, servizi e trasporti. In queste categorie infatti si registrano le percentuali più alte di chi almeno una volta non ha saldatio la rata.

Le cause: perdita del lavoro la prima, per tutte le categorie di lavoratori. Nel settore telecomunicazioni ed informatica e sanità sono le spese impreviste ( e compulsive) la causa principale.


Spese fisse: casa, telefonia più di quelle per istruzione e formazione professionale

Dall’analisi dello studio, sono pesanti le spese legate alla casa (affitto, spese condominiali, bollette e tasse) per oltre il 70% degli intervistati in tutte le categorie. Poi ci sono
quelle di manutenzione dell’auto. Per la macchina spendono di più i bancari (48%), gli insegnanti (40%) i medici e gli informatici (39%).
Le uscite mensili più consistenti in famiglia, dopo casa ed auto, sono i servizi di telefonia e internet.
Al quarto posto le polizze assicurative (29% per bancari e medici; 20% per insegnanti).
Istruzione dei figli: pochi euro. A destinare meno risorse alla cultura dei figli sono i lavoratori del commercio (22%) e dei servizi (23%), seguiti da ingegneri e architetti (16%). Spendono di più -al contrario- per i figli i bancari (28%)
Pochi spiccioli sono spesi per formazione professionale, che rappresenta solo il 4% delle uscite per i commercianti, il 3% per i lavoratori dei trasporti e il 7% per chi lavora nell’IT. Budget più alti per aggiornare le proprie competenze sono messi a disposizione da bancari e finanziari (16%), medici e infermieri (13%); insegnanti (10%).


Spese impreviste: un problema per tutti

Le spese impreviste rappresentano un problema per una buona percentuale di tutte le categorie di lavoratori intervistati e in particolare per i lavoratori dei servizi (78%) e dei trasporti (75%), il 10% dei rispondenti affronterebbe un momento di crisi chiedendo un prestito in banca mentre il 65% lo chiederebbe per acquisti di mobili, auto, televisioni ed elettronica in genere e viaggi.

Risparmi:soldi da parte in caso di perdita del lavoro

Se un tempo mettevano i soldi in banca per affrontare genericamente gli imprevisti della vita, oggi l’obiettivo dichiarato cambia: avere una riserva di liquidità per affrontare un possibile periodo di disoccupazione. La categoria che risparmia di più è quella degli insegnanti, il 79% dei quali dichiara di avere risparmi ben custoditi, seguita da quella dei bancari (77%) e dei lavoratori del commercio (70%). Tra chi fa più fatica ad accantonare risorse invece figurano gli impiegati del settore dei trasporti e dei servizi.
La maggior parte possiede scorte per far fronte alle spese di un semestre, pochissimi quelli che arrivano ai 6/12 mesi, tra questi ultimi ci sono i tecnici della informazione e della tecnologia (21%); gli operatori del commercio e dell’industria delle costruzioni, in particolare architetti e ingegneri (19%).

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