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Pubblicato il 19/01/2022

DIARIO DI VIAGGIO : UN ARTIGLIERE PARACADUTISTA IN VIETNAM PER LAVORO IN ERA COVID

Ten.Ris. 185 Art.Par. Fabiano Manzan
Ho Chi Minh City 19/01/2022

Gentile Direttore Congedati Folgore,
Le scrivo dal Vietnam dove mi trovo per avviamento di una linea di macchine automatiche per packaging che mi hanno commissionato.
Non è affatto semplice viaggiare di sti tempi, in particolare il governo vietnamita permette
l‘ingresso al paese solo alle seguenti categorie di persone:
1- Residenti in Vietnam
2- Diplomatici
3- Imprenditori
4- Investitori
5- Tecnici specializzati (con lettera di invito)
La documentazione necessaria è molto complessa, necessitano i seguenti documenti:
A- Visto ingresso (attesa media 40/60 gg)
B- Vaccinazione completa Covid 19
C- Green Pass
D- Test negativo PCR Covid 19 effettuato entro 72 h prima dell’arrivo (lingua inglese)
E- Landing permit (rilasciato dalla Civil Aviation Authority)
F- Autorizzazione della Provincia Locale in Vietnam
G- Autorizzazione dell’ufficio locale del Ministero della salute
H- Autorizzazione per invio ambulanza per trasferimento dall’aeroporto di arrivo all’hotel per quarantena.
I- Prenotazione hotel per quarantena.
J- All’aeroporto italiano di partenza bisogna scaricare una APP del governo vietnamita e registrarsi caricando tutti i documenti precedenti!

Arrivato a Doha (Qatar) da Milano Malpensa (con volo Qatar Airwys organizzato direttamente dal governo del Vietnam) stop forzato di 24h dovuto a problemi tecnici/organizzativi (pare che qualcuno dell’equipaggio del volo in partenza per Ho Chi Minh City era risultato positivo al test Covid-19, perciò hanno dovuto cercare un altro equipaggio).
Chiaramente avendo l’aereo ritardato di 24 h anche tenendo conto delle 6 ore di fuso orario (ora Vietnam ZULU +7), ho sforato le 72 ore della validità del tampone PCR effettuato in Italia. Sono stato fortunato che le autorità vietnamite hanno chiuso un occhio comprendendo la situazione.
All’arrivo aeroporto di Ho Chi Minh City 2h in attesa per test covid rapido, l’ambulanza mi attende per trasferimento in hotel covid che nel mio caso direi che era a 4 stelle (ma negative). In questo tipo di hotel si può uscire dalla stanza assegnata solo per prelevare il cibo viene lasciato fuori la porta, la qualita è “vietnamit style” (riso, verdure cotte al vapore e pezzeti di carne non meglio identificata). Per fortuna solo 3 gg di isolamento (6 mesi fa erano 14gg poi calati a 7gg e poi a 3gg).
Alla fine della quarantena tampone PCR, risultato negativo e rilascio di una specie di “green pass” scritto in vietnamita (in realtà di colore azzurro) che mi permetterà di accedere a tutte le strutture compreso la fabbrica dove lavoro.
La differenza di 6 ore fuso orario con l’Italia (Italia ZULU +1, Vietnam ZULU +7) non aiuta per un eventuale supporto tecnico (se poi togliamo l’ora per pausa pranzo le ore lavorative di sovrapposizione mie e Italia si riducono a zero.
Trasferimento teorico in auto-isolamento domiciliare per 11 gg (ma visto che il cliente ha garantito lui l’isolamento domiciliare lo stesso avviene con trasferimento in un hotel perlomeno a livello standard europeo e finalmente si va a lavorare.
La situazione a Ho Chi Minh City è in lieve ripresa ma 2 anni di pandemia hanno provocato la chiusura direi di un 30 % delle attività di ristorazione ed alberghiere (diversi hotel sono stati trasformati in hotel covid governativi).
Questo dovuto al fatto che in periodo pre-covid il Vietnam era una meta turistica molto frequentata anche per i prezzi vantaggiosi che poteva offrire.
Ora di turisti nemmeno l’ombra!
Obbligo di mascherina al chiuso ed all’aperto… ma le portavano anche prima della pandemia visto il grado di inquinamento di una citta di 10 milioni di persone con probabilmente 5/6 milioni tra macchine e motocicli, anche se chiaramente una mascherina non serve a niente col monossido di carbonio!
La lingua vietnamita appartenente al gruppo delle lingue austro asiatiche come mon khmer, tai e cinese è una lingua monosillabica e onomatopeica e del tutto incomprensibile, poche le persone anche in fabbrica, parlano un inglese decente (per fortuna esiste google traslator). Molte delle persone anziane parlano un francese abbastanza fluente (chiaramente imparato durante la presenza della colonizzazione francese). Grazie al padre gesuita Alexandre de Rhodes che riscrisse la lingua vietnamica usando l’alfabeto latino adattandolo con alcuni segni diatrici, almeno così possono memorizzare le parole.

Un saluto a tutti i lettori di “Congedati Folgore”
Ten Ris. Art. Par. Fabiano Manzan

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