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Pubblicato il 01/03/2014

DIECI ANNI DI “PRIMA LINEA” PER IL 28mo REGGIMENTO PAVIA


Sarà celebrato la prossima settimana il decennale operativo per il 28mo reggimento Pavia, riconfigurato con mansioni ultra-specialistiche. Al suo interno opera un attivissimo plotone di Paracadutisti provenienti dalla Folgore. Grazie a loro, è stato donato un cippo al PARCO STORICO di El Alamein ed uno gemello nella sede del Reggimento, davanti al Sacrario (foto) .

PARMA- Il ruolo del 28mo Reggimento Pavia, con sede a Pesaro, è quello delle “psyops” e delle comunicazioni. Da qualche mese è stato inquadrato all’interno del COMNFOSE, che coordina le attività delle forze speciali dell’Esercito, al comando del generale incuirsore paracadutista Zanelli.

Ecco cosa scrive il RESTO DEL CARLINO di oggi, 1 Marzo:

SUL FRONTE
Personale del 28° a Herat diffonde volantini in lingua locale stampati a Pesaro. Sopra il centro Tv, sotto il comandante col. Giovanni Gagliano

FA un certo effetto per chi conosce il complesso militare Del Monte-Cialdini vedere una tenda araba posizionata nei giardini della caserma con donne in burka sulla soglia ed un capo villaggio all’interno. Mentre i militari del 28° Reggimento “Pavia” sono in visita al leader locale utilizzando i famosi “Lince” ed una parte della compagnia “disseminazione”. Di queste attività addestrative nella caserma di Pesaro se ne fanno quasi tutti i giorni da quando il reggimento è impegnato in Afghanistan, dopo essere stato parte fondamentale dell’operazione “Antica Babilonia” in Iraq. In realtà, essendo il 28° l’unica unità delle intere Forze Armate italiane deputata alle “comunicazioni operative” la partecipazione, negli ultimi dieci anni, a tutte le operazioni militari risulta pressoché scontata. «Attualmente spiega il comandante, colonnello Giovanni Gagliano , i nostri specialisti sono a Herat in Afghanistan, ma anche in Kosovo con la Nato e in Libano con l’Unifil, operazione Onu». Lunedì prossimo il Reggimento celebrerà, con una cerimonia interna, i dieci anni della sua nuova vita, da quando, cioè, è stato trasformato in unità per le comunicazioni operative. COSA fanno gli uomini e le donne del 28° si spiega così: «Le comunicazioni operative sono azioni sul territorio sviluppate principalmente allo scopo di creare, consolidare o incrementare il consenso della popolazione locale nei confronti dei contingenti militari impiegati in missione di pace». Tra i 500 militari del Reggimento ci sono anche una cinquantina di analisti ed esperti, raccolti nel Centro di pianficazione e sviluppo, degli scenari di conflitto attuali («E anche futuri», spiegano). Il Centro predispone piani e programmi, analizza e studia le caratteristiche dei potenziali destinatari dei prodotti mediatici di comunicazione ed infine, valuta e testa anche direttamente sul campo la validità dei prototipi e dei messaggi. Racconta il tenente colonnello Stefano Scalabroni che comanda il Centro: «Il nostro compito è anche evitare spiega che messaggi sbagliati possano creare tensioni e soprattutto danni alla missione». Il flusso di informazioni e lo studio dello scenario non si interrompe mai: c’è un cordone ombelicale (satellitare) che lega il personale impegnato al fronte e gli analisi rimasti al Reggimento. INDIVIDUATO il messaggio il 28° poi lo deve diffondere e ha a sua disposizione tutti gli strumenti tradizionali (la compagnia “disseminazione”, un termine che racconta tante cose di per sé) e più moderni. Nella Cialdini è stata costruita ex-novo una palazzina che ospita una tipografia offset tra le più moderne del Paese, con una capacità di 15mila copie l’ora. Dove si stampano anche volantini e manifesti in pashtu e dari, le due maggiori lingue afgane. Sono così bravi al 28° che lo Stato maggiore ha affidato loro la stampa delle 41mila copie del calendario 2014 dell’Esercito. La compagnia Tv-Radio ha a disposizione centri di produzione e trasmissione di altissimo livello tecnico. E, soprattutto, “shelter” mobili di produzione e diffusione radio Tv, da essere trasferibili anche nel più sperduto villaggio. Proprio il centro di produzione televisivo-radiofonico è l’investimento più importante dei 10 milioni di euro già stanziati dall’Esercito. Il progetto era quello di abbattere e ricostruire la cosiddetta ex-palazzina del plotone comando all’interno della Del Monte. Ma lo stop del Ministero dei Beni Culturali (c’è un vincolo storico sulle caserme) ha portato ad un rallentamento del progetto, tanto che la sala Tv è ora vicina all’officina. OVVIAMENTE un reparto comunicazioni operative non può prescindere da internet e da alcuni mesi è avviato un altro progetto operativo legato direttamente ai social network. Si stanno addestrando giovani militari. D’altra parte il 28° ha anche la caratteristica di ospitare continui corsi di aggiornamento interni e esterni e di avere aggregato personale di Marina, Aeronautica e Carabinieri. Se c’è un luogo che può dare l’idea di come sia cambiato in questo decennio l’esercito italiano è proprio il 28° “Pavia”. Luigi Luminati

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