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Pubblicato il 27/01/2014

DOPO DUE ANNI UNA DELEGAZIONE DI PARLAMENTARI IN INDIA.


PARMA – Un gruippo di parlamentari è arriato in India per “fare pressioni” sul governo indiano. Si tratta dei presidenti delle commissioni Esteri e Difesa del Senato, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre, e della Camera, Fabrizio Cicchitto ed Elio Vito. Sono poi partiti: per il Senato: Luis Alberto Orellana (M5S), Antonio Scavone (Gal), Maurizio Gasparri (Fi), Riccardo Nencini (Psi), Marcello Gualdani (Ncd). Per la Camera i componenti sono: Gian Piero Scanu (Pd), Daniele Del Grosso (M5S), Gianluca Pini (Lega), Edmondo Cirielli (Fdi), Donatella Duranti (Sel), Andrea Causin (Sc), Domenico Rossi (Per l’Italia).

«Partiamo – ha detto Cicchitto – per rinnovare la nostra solidarietà ai fucilieri di Marina rispetto ai quali lo Stato italiano è in debito per errori gravissimi sui quali torneremo, però, a vicenda, ci auguriamo, felicemente conclusa. D’ora in avanti la parola è ad una solidarietà che ci auguriamo sia priva di esibizionismi individuali e partitici».

Riccardo Nencini, senatore e segretario del Psi ha sottolineato che «i due marò non erano contractors ma su quella nave rappresentavano l’Italia. Accanto alla solidarietà, far sentire il peso dello Stato e pretendere giustizia equa e rapida».

«Non spetta a noi andare a riprendere i marò – ha spiegato in una intervista al Corsera Pier Ferdinando Casini – E non vogliamo alimentare false aspettative. È però importante che una delegazione composta dalle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, con i presidenti e rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, si presenti unita in India». Obiettivo «innanzitutto esprimere solidarietà ai marò. A dir loro che non sono soli. Poi per dire che non è possibile confondere chi lotta contro il terrorismo con i terroristi. Le autorità indiane devono sapere che se passasse una tesi dissennata come questa sarebbe ritenuta un precedente pericoloso per tutta la comunità internazionale. Non ci sarebbe più certezza del diritto. Nessuno se la sentirebbe più di partecipare a missioni internazionali antiterrorismo». Casini ha anche affermato che «nessuna convenienza economica può giustificare un atteggiamento diverso da quello necessario a salvare i nostri marò».

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