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Pubblicato il 02/05/2014

DOPO GLI F35 RIMANE IL PROBLEMA DEI SISTEMI D’ARMA OSOLETI, CHE LA DIFESA ITALIANA DEVE SMALTIRE


PARMA- I dati sono stati forniti dal ministero di Palazzo Baracchini alla commissione Difesa del Senato qualche mese fa e spiegano la profonda ristrutturazione in corso nelle forze armate : è stato diffuso un lungo elenco di dotazioni obsolete in relazione all’indagine sui sistemi d’arma svolta a Montecitorio.

Si apprende che ci sono in servizio 684 mortai Brandt di fabbricazione francese , risalenti alla seconda guerra mondiale, su un totale di 1454 pezzi di artiglieria in dotazione all’esercito – che saranno presto smaltiti. Lo ha confermato lo scorso autunno a Palazzo Madama il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano: «È stato disposto il “fuori servizio” e si è in attesa del decreto di alienazione».
Li seguiranno presto altri sistemi d’arma. Come i 210 obici M109, semoventi di oltre 60 anni di età, da eliminare entro i prossimi quattro anni. Dovranno uscire presto dalle nostre caserme anche diverse centinaia di carri armati.

Dei quasi 1200 in dotazione all’esercito, sono già stati dichiarati “fuori servizio” 605 Leopard. Mezzi risalenti agli anni Sessanta e Settanta, quasi mezzo secolo fa. Stessa sorte per 381 veicoli di trasporto truppe M113 (su un totale di quasi tremila veicoli corazzati da combattimento).
Secondo il documento si tratta di armamenti «ormai non più impiegabili e di nessun potenziale interesse sul mercato internazionale». Per i quali non resta che lo smaltimento, «anche per poter recuperare ad altro uso gli spazi da essi occupati».

Diverso il destino di altri sistemi d’arma, in surplus o di prossima dismissione, «che potrebbero essere venduti a paesi terzi».

Come confermato dal ministero della Difesa, fanno parte di questo elenco, tra gli altri, 47 carri armati Ariete da dismettere entro il 2014 e almeno 500 blindati leggeri Puma

Alcuni esemplari sono stati ceduti negli ultimi anni a paesi amici come la Libia o Gibuti (dove l’Italia ha una base logistica antipirateria). La cessione di mezzi non più strategici spesso è funzionale a risparmiare le inutili spese di manutenzione. In passato sono state cedute alla Libia anche alcune motovedette della Guardia di Finanza, inviate in Africa per il pattugliamento delle coste.

Tra i sistemi d’arma che potrebbero essere venduti all’estero ci sono veicoli da combattimento Centauro, carri armati Leopard 1A5, veicoli anfibi Arisgator. Per altri mezzi la cessione è più difficile.

È il caso di 24 Eurofighter Tranche 1. «È la prima produzione — ricorda Artini — entrati in servizio una decina di anni fa, sono stati progettati alla fine degli anni Ottanta. Sono stati offerti senza successo a Romania, Serbia e Bulgaria». Un po’ come le otto fregate della Marina, classe Maestrale. Entrate in servizio nei primi anni Ottanta, «sono state già proposte alle Filippine — si legge nel documento — che hanno poi declinato l’offerta».

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