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Pubblicato il 04/05/2015

E’ LA SVIZZERA IL PAESE I CUI ABITANTI SI DICHIARANO PIU’ FELICI

E’ stata pubblicata da qualche giorno una mappa della felicità, che confronta 158 paesi. Il World Happiness Report, realizzato per l’Onu da John Helliwell dell’University of British Columbia, Richard Layard della London School of Economics e Jeffrey D. Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia University. classifica in una scala che va da 0 a 10 il livello di felicità di una nazione.
Il primo studio risale al 2012. Gli indici fondamentali per la popolazione risultano essere la speranza di vita, il reddito pro capite, la assistenza sociale, il livello di corruzione percepita,il senso di libertà e diritti civili,la generosità.

Primo posto: la Svizzera

Secondo quest’analisi la Svizzera è il paese della felicità. A seguire Islanda, Danimarca e Norvegia. Tutti e quattro i paesi hanno punteggi medi tra 7.5 e 7.6. La restante top 10 è composta da: Canada, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia, Nuova Zelanda e Australia, con punteggi superiori alla media 7.28. Questi dati sono sintetizzati in un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Gallup. Osservando i dati del 2012 e del 2014, La Danimarca è slittata dal primo al terzo posto della classifica. Tra i dieci paesi della top list, sette su dieci sono in Europa occidentale. Superando i primi dieci, la geografia si fa più varia. Dalla posizione dieci alla venti sono comprese tra le quattro e le nove regioni del mondo. Sono principalmente tre le variabili che hanno determinato il divario di quattro punti tra i primi dieci e gli ultimi paesi: la speranza di vita, il reddito pro capite, l’assistenza sociale.


L’influenza della recessione economica: analisi post 2005

Dai dati disponibili per 125 paesi nei periodi 2005-2007 e 2012-2014, emerge quanto la recessione abbia influito sulla felicità di ciascuno stato. Gli studiosi rilevano quanto le persone ripongano una fiducia concreta sulla percezione di appartenere a una comunità attenta ed efficiente. Cinquantatré paesi hanno avuto miglioramenti significativi mentre quarantuno paesi hanno subìto un netto peggioramento. Su strutture istituzionali deboli tale recessione può visibilmente danneggiare la qualità del tessuto sociale. Trentasei paesi non hanno avuto delle variazioni rilevanti. Il calo più significativo si è verificato in Grecia, che ha perso quasi 1,5 punti, seguita da Egitto, con – 1,13 e dall’Italia, con -0,76 punti. I paesi con un’assistenza sociale sufficientemente elevata sembrano essere in grado di sostenere o migliorare il benessere soggettivo di fronte alle catastrofi naturali o alle crisi economiche. Negli altri casi, la crisi economica ha innescato crolli di felicità superiori che hanno portato a un calo dei redditi e a un aumento della disoccupazione.

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