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Pubblicato il 12/03/2015

E’ MORTO GIANALFONSO D’AVOSSA, GENERALE “CONTRO” I GENERALI TRATTENUTI IN SERVIZIO

SALERNO- È morto martedì pomeriggio, a seguito di una lunga malattia, il generale salernitano Gianalfonso D’Avossa. Aveva 75 anni e da alcune settimane era ricoverato all’ospedale militare del Celio. Figlio del generale Giovanni D’Avossa, medaglia d’oro al valor militare, Gianalfonso è ricordato come uno dei generali più zelanti e “ribelli” dell’Esercito italiano. Nella sua carriera ha portato significative innovazioni nel corpo militare.



A 14 i anni è entrato all’accademia Nunziatella; in 42 anni di servizio ha cambiato sede ventitré volte, ricoprendo trentuno incarichi diversi, dal 19esimo artiglieria Rialto al comando della divisione Ariete, da direttore del Centro alti studi della Difesa a ufficiale di stato maggiore della Nato a Bruxelles. Nella sua lunga carriera si è scontrato con figure del calibro di Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Giovanni Spadolini, Marco Pannella, Giacomo Mancini, Alessandra Mussolini ed infine con lo stesso esercito. Nel giugno del 1996, sul sagrato della basilica di San Paolo a Roma, al termine dei solenni funerali del caporal maggiore scelto Alessandro Pibiri ucciso a Nassiriya, il generale Gianalfonso D’Avossa affrontò Fausto Bertinotti dandogli a gran voce, in mezzo alla folla, dell’ “opportunista di turno”.

Era un battagliero sostenitore dell’ inutile costo del trattenimento in servizio dei generali e per questo motivo aveva osteggiato nel 2006 la nomina di Mosca Moschini quale consigliere militare della presidenza della repubblica, inviando una lettera di cui riportiamo uno stralcio:

L’opinione pubblica deve sapere che gli organici militari prevedono,a parte i numerosi e non giustificati trattenimenti in servizio operati in questi ultimi anni, ventitre’ generali di corpo d’armata per l’Esercito,dieci ammiragli di squadra per la Marina ,undici generali di squadra aerea per l’Aereonautica,dieci generali di corpo d’armata dei Carabinieri.E’ fra costoro -rimarca l’ex comandante della brigata Ariete- che va scelto il consigliere militare del Capo dello Stato, senza eccezione alcuna’’.

Il posto al Quirinale -ricorda il generale D’Avossa- e’ destinato per legge organica e per prassi consuetudinaria e consolidata, la cui validita’ non puo’ essere messa in discussione pena il sovvertimento di ogni altra regola, a un generale o ammiraglio in servizio permanente effettivo, scelto fra le quattro Forze armate, possibilmente anche a rotazione durante lo stesso settennato presidenziale, per assicurare la migliore funzionalita’ possibile di quella che una volta si chiamava senza retorica alcuna la “casa militare” del Presidente

‘’Se, come nel caso del generale Rolando Mosca Moschini, Ella ritiene come Presidente della Repubblica di non poterne fare a meno, la fantasia non manca. Poiche’ dallo Stato non si possono avere due retribuzioni, a spesa zero -propone l’ex alto ufficiale- si individui una qualifica appropriata ma non si compromettano la linearita’ e la disciplina dei rapporti istituzionali.


Si dimise inviando una lettera al vetriolo all’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Molto stimato a Salerno, dove la Caserma del Reggimento Cavalleggeri Guide porta il nome del padre Giovanni e dove risiedono ancora molti suoi parenti. Le esequie si svolgeranno questa mattina, alle ore 9, all’ospedale militare del Celio

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