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Pubblicato il 25/04/2025

E’ MORTO IL PIONIERE DEL PARACADUTISMO LUIGI DE MONTI- LA SCUOLA DI BOSCOMANTICO IN LUTTO

De Monti, il pioniere del paracadutismo
Aprì la scuola di Boscomantico
Alessandra vaccarialessandra.vaccari@larena.it
L’Arena di Verona 25/04/25

Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 8 maggio.


Lui che è stato l’uomo dei record, si è arreso davanti all’ennesimo traguardo. Il paracadutista Luigi De Monti è scomparso ieri.Il recordPer oltre vent’anni, aveva detenuto il primato di lancio di alta quota, si era lanciato da 10.600 metri su Bardolino nel 1967, un pioniere del paracadutismo e della fotografia nel cielo.

L’aggravarsi di una polmonite gli è stato fatale.


Soltanto mercoledì era entrato in ospedale e ieri mattina è deceduto.EsequieIl funerale sarà celebrato martedì, alle 10.30 nella chiesa di San Pietro Apostolo, di Borgo Trento. Lascia una figlia ed un figlio, Renato, campione olimpico di canoa.I ricordi«Luigi è stato tra gli iniziatori della attività di paracadutismo su Boscomantico e a questa Scuola ha dedicato gran parte della sua vita, sempre infondendo carica ed entusiasmo ai tanti giovani che si avvicinavano a questo sport», dice Anna Madinelli, presidente della scuola di paracadutismo SkyDive.Nei primi anni con Alberto Bauchal e più tardi con Madinelli, De Monti ha condiviso infatti almeno cinquant’anni di impegno e avventure.Fotografo«Fu il primo fotografo dell’aria, quando le macchine fotografiche da mettere sul casco erano pesantissime, ha contribuito molto con le sue immagini alla diffusione di questo sport in Italia», dice Madinelli, «cinquemila circa i lanci totali effettuati, dei quali memorabile rimane il record da lui siglato nel 1967, quando si è lanciato da 10.600 metri sul lago di Garda.


All’uscita dall’aereo, un Pilatus Porter fatto venire per l’occasione, la temperatura era di meno 53 gradi, tanto da fargli sentire calda l’acqua di Bardolino, seppure nel mese di aprile».«Grande organizzatore, sempre pieno di nuove idee, molto amato da tutti i paracadutisti che riconoscevano in lui grandi doti di trascinatore», racconta Claudio Fibilio, presidente degli arbitri veronesi e paracadutista a sua volta.

Richiamato

«Luigi era un dirigente d’azienda, ma aveva fatto il sergente di complemento nella Folgore come alpino paracadutista. Vado a spanne, mi pare fosse il 1964, quando venne richiamato perchè c’era una gara da fare ed era prevista una “figura a 14” e serviva la sua competenza. Dobbiamo ricordare che stiamo parlando di periodi in cui l’attrezzatura era pesantissima. Lui sapeva sempre cosa fare. Prendeva un brocco e lo faceva diventare bravo. Ti diceva, “tu imbragati che andiamo” e che ci fossero fili dell’alta tensione, fiumi, sotto, con lui riuscivi sempre a fare un lancio perfetto. Era davvero un leader, con lui abbiamo vissuto avventure splendide anche all’estero, mi ricordo un viaggio in Sud America molto emozionante, sempre a fare lanci, ci mancherà tantissimo perchè sapeva fare squadra, ed era sempre pronto con aneddoti e battute». Cieli blu, Luigi.

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