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Pubblicato il 03/08/2022

E’ SCOMPARSO IL MARESCIALLO MANGIAVILLANO GIA’ FISIOTERAPISTA DELLA FOLGORE – IL RICORDO DEL GEN C.A. BERTOLINI

Si è spento alcuni giorni orsono il Maresciallo Vincenzo Mangiavillano, ricordato con affetto dai “suoi” paracadutisti e incursori che per tanti anni aveva curato


Di seguito, ecco il ricordo del generale c.a. incursore paracadutista ( ris) Marco Bertolini



Ero un giovane tenente del Col Moschin quando per la prima volta entrai in contatto con l’allora maresciallo Vincenzo Mangiavillano. Ero tenente, appunto, e giovane quindi, anche se già segnato da qualche rincalcata e contusione di troppo, conseguenza ovvia e prevista di un’epoca nella quale essere paracadutista ed incursore consisteva anche e forse soprattutto nello sperimentare metodi sempre più innovativi e fantasiosi per rompersi l’osso del collo. Ed ebbi modo ripetutamente di farmi letteralmente rimettere in piedi da lui e dai suoi aiutanti, come il giovane ed indimenticabilesergente Mirto, con forni, pomate e manipolazioni maschie e dolorose alla schiena.
La sua Sala di fisioterapia, nella palazzina C della Vannucci, era all’avanguardia all’epoca ed in essa venivano curati democraticamente semplici paracadutisti e Generali incrocchiati dalle botte e dall’età, nonché noi nel mezzo, spalmati in un ampio spettro di militarume vario, dal sergente al Colonnello. E, colpa delle colpe, in esso ogni tanto capitava anche qualche moglie con la sciatica o qualche figlio con una distorsione; grave colpa che faceva gridare allo scandalo i perpetui stroncatori dei privilegi militari!

Poi i privilegi li abbiamo democraticamente rimossi, assieme alle camerette per Ufficiali e Sottufficiali coi pochi bagni perennemente otturati nell’ala abbandonata dell’ex Comando Caserma, con il Circolo Ufficiali prima unificato a quello Sottufficiali e poi del tutto sintetizzato, assieme ad uno Spaccio truppa fornitissimo che attirava avventori da tutt’Italia, in una misera macchinetta per il caffè nell’androne dell’Ufficiale di Picchetto. Per non parlare delle mense colpevoli, la domenica mattina, di dare ospitalità a prezzi popolari alle famiglie mentre i mariti/padri passavano qualche oretta presso i rispettivi comandi di compagnia. Ora nel fine settimana non c’è più nessuno, manco la naja. Tutti contenti. La Sala ’ fu a sua volta oggetto di questa democratica piallatura, prima spostata nei locali sgarrupati del retrobottega dell’ex circolo Sottufficiali per poi sparire completamente, assieme al suo “padre nobile” ed animatore, collocato in quiescenza. Il Maresciallo Mangiavillano, appunto.

Ma lui, anziano e poi vecchio Sottufficiale passato dalla cura di otturatori e ruolini tascabili a quella dei mal di schiena di un’intera Brigata di rompicollo, rimase sempre presente e disponibile nei confronti di chi aveva bisogno, anche se con l’età le energie con le quali torceva la colonna vertebrale del malcapitato di turno andavano scemando. Ma non scemava la sua efficacia e la sua
capacità di sanare con un consiglio o con la prescrizione di un esercizio risolutore, frutto di una professionalità che si era cumulata a costo di gravi sacrifici. Una professionalità che aveva avuto il raro gusto di trasferire ai suoi “allievi”, senza le gelosie che spesso rendono sterili anche le più grandi capacità, e che contribuiva a fare della Folgore un raro esempio di efficienza e di attenzione concreta per il personale. Ora se n’è andato, in silenzio, assieme a tanti della sua generazione vittime proprio in questi giorni dell’età e del caldo, nonchè ad una realtà che ormai ha fatto il suo tempo ma della quale non si può non provare nostalgia. Abusando di una frase fatta, si può certamente dire che con lui se ne va un maresciallo e un paracadutista di altri tempi, quando stile ed educazione contribuivano ancora a pieno titolo, con la professionalità, a fare di un uomo un Soldato.
A Dio Mangiavillano!

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