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Pubblicato il 27/02/2014

ENIGMA: LA MACCHINA CODIFICATRICE LA CUI NEUTRALIZZAZIONE CAMBIO’ LE SORTI DELLA GUERRA D’AFRICA

PARMA- L’apparecchio tedesco utilizzato per crittografare i messaggi militari, fu violato da polacchi ed inglesi. Sul fronte africano gli inglesi conobbero così in anticpo le mosse di Rommel e degli italiani, contrastando gli attacchi.

Nell’aspetto, l’apparecchio assomiglia ad una macchina per scrivere con due tastiere, una luminosa dove appariva il messaggio criptato, ed una dove veniva riportato dall’operatore il testo «in chiaro» o da decifrare. Inizialmente “enigma” era stata commercializzata dall’inventore per contrastare la concorrenza tra industriali, all’epoca spietata. Malgrado il perfetto funzionamento, non ebbe alcun successo, fino a quando venne introdotta dalla marina militare tedesca e poi da tutte le forze armate naziste». Tra il 1929, quando la macchina entrò in uso, ed il primo settembre 1939, con l’invasione della Polonia da parte dell’esercito tedesco e di quello sovietico, «enigma» fu al centro dello spionaggio internazionale: i servizi segreti italiani ne acquistarono alcune copie commerciali, quelli francesi iniziarono a studiarne il funzionamento attraverso agenti infiltrati, mentre gli agenti inglesi la ritennero inviolabile ed abbandonarono ogni sforzo per conoscerne il funzionamento.

Gli unici a venirne a capo con successo furono i matematici polacchi, ed in particolare Mariam Adam Rejewski che concentrò i propri studi sul materiale trafugato da una spia al soldo della Francia. Nel 1932, Rejewski – la cui storia è stata ricostruita in una mostra itinerante patrocinata dal consolato polacco in Italia e presente in questi giorni in città, a palazzo Trentini – dedusse il meccanismo di funzionamento e poche settimane dopo l’invasione della Polonia presentò agli uffici di spionaggio inglesi e francesi i suoi risultati.

Tuttavia, i messaggi tedeschi rimanevano perlopiù indecifrabili, a causa di numerose variabili nelle regole d’utilizzo dei tre rotori (che potevano essere invertiti oppure sostituiti). A questo punto entrarono in campo i matematici inglesi che, partendo da un’intercettazione su vasta scala delle comunicazione naziste, costruirono un congegno elettromeccanico in grado di calcolare tutte le combinazioni possibili tra la lettere fino a trovare la cosiddetta «chiave» del messaggio cifrato.

Oggi «enigma» è ricercatissimo dai collezionisti e di grande valore (si stima che un apparecchio funzionante possa valere dai 20 ai 40mila euro). In un mondo in cui tutte le informazioni passano attraverso il web, e subiscono anche a nostra insaputa una qualche forma di codificazione, la macchina tedesca – estremamente semplice, nella sua complessità – richiama alla memoria la nascita della crittografia, una campo di interesse per matematici, storici e per qualche appassionato.
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