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Pubblicato il 21/01/2015

EUROPOL ITALIANA CONFERMA : NEI BARCONI TERRORISTI INFILTRATI

il centro di Lampedusa mesos a ferro e fuoco più volte dagli immigrati illegali

ROMA – uno dei vicedirettori di Europol, l’Ufficio europeo di polizia, Eugenio Orlandi, ascoltato Macuro a Roma da uno dei tanti Comitati parlamentare di controllo su immigrazione ed attività EUROPOL ,è stato chiaro : fra le persone che arrivano in Italia in modo irregolare ci sono anche dei soggetti infiltrati da parte di organizzazioni criminali che cercano in questo modo di entrare nel nostro paese.

Il lavoro che Europol dovrebbe compiere è quello di intervenire con proprie banche dati per controllare le persone arrivate e poter individuare criminali, compresi potenziali terroristi.

Si è parlato di circa 5 mila europei che sono espatriati e ricevono addestramento militare e combattono in Siria, ma anche Afghanistan, Yemen, Mali, Somalia e altri paesi e del fatto che “esiste una certa ritrosia da parte dell’antiterrorismo allo scambio dei dati con il sistema di polizia Europol”. “I dati del 2013 dicono che la maggior parte delle cellule risiedeva in Francia: se c’era un posto in Europa in cui si aspettava che potesse succedere qualcosa quello era proprio la Francia”, dice Orlandi.

Che poi spiega come un elemento da considerare sia il fatto che in Francia vi siano terze o quarte generazioni di immigrati “che hanno la tendenza a mitizzare i loro antenati e i luoghi di origine”, e che tendono a radicalizzarsi quando si confrontano con le “difficoltà di inserimento in una cultura, quella francese, più laica della nostra”. Da questo punto di vista l’Italia, con migranti di prima o seconda generazione che non mitizzano il paese d’origine e apprezzano la realtà in cui arrivano, vive in uno stato di minor rischio di radicalizzazione.

Orlandi ricorda che il sistema Schengen e dei controlli relativi è basata sull’idea di abbattere le frontiere interne perché non vi erano problemi importanti che potessero pervenire dall’interno, con l’obiettivo invece di “proteggersi dall’esterno”. La Commissione europea sta studiando oggi un sistema di controllo intelligente della frontiera esterna e “ha dato mandato di costruire un sistema che tracci le persone che chiedono un visto professionale o turistico fino alla conclusione della loro permanenza in Ue”, ma si tratta sempre di una “difesa della fortezza Europa” che non prevede peraltro per Europol – almeno al momento – la possibilità di avere accesso ai dati. Orlandi sottolinea invece la necessità di un’azione di pressione perché la sua struttura sia messa in grado di agire anche sul controllo esterno.

Il rimedio potrebbe esere quello di intensificare le analisi di impronte digitali e Dna: “Nel corso della primavera araba Europol fece un’esperienza positiva allestendo a Lampedusa, e poi in Puglia, un ufficio mobile con collegamento a banca dati per verificare la presenza di soggetti indicati come appartenenti a organizzazioni criminali”.

LA LEGGE SULLA PRIVACY ITALIANA AIUTA CRIMINALI, LADRI E OGNI TIPO DI DELINQUENTE
La legislazione italiana in materia di difesa della privacy richiede che la segnalazione possa avvenire solo se è provato che il soggetto ha legami internazionali, ed è molto più restrittiva di quella di altri paesi europei.Il problema della protezione dei delinquenti è serio.
L’Italia è fra gli stati ad aver fornito molti pochi nomi, a differenza ad esempio dell’Olanda, che ha inserito da sola oltre 500 nomi e che si è mossa da tempo

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