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Pubblicato il 15/07/2015

EX MARESCIALLO NEI GUAI – AVEVA RUBATO UN INTERO PONTE IN FERRO: RISARCIMENTO DI 800MILA EURO ALLO STATO


Organizzò il furto di 250 tonnellate di materiale ferroso dai magazzini dell’esercito

CEREGNANO Ha rubato, pezzo dopo pezzo, un intero ponte di metallo. E con esso anche altro materiale metallico di proprietà militare che doveva servire alla costruzione di cavalcavia. Per questo,la corte dei conti ha giudicato un ex maresciallo dell’esercito, Antonio Anzillotti, 52enne residente a Ceregnano (Rovigo), che dopo quei fatti è stato radiato dall’impiego.
L’ex militare nei giorni scorsi è stato condannato a sborsare in solido 807.351 euro, di cui 615.694 a titolo di danno diretto e i restanti per danno all’immagine dell’Esercito. E a questi si aggiungeranno gli interessi, per una somma che sfiora quindi il milione di euro. Anzillotti è finito nei guai a seguito di una denuncia, del 2007, del comandante del «Distaccamento dell’ottavo Reggimento Genio Guastatori Folgore» .
Nella denuncia si segnala un furto di materiale da ponte di lega leggera e di varie bobine di cavi elettrici per un bottino di quasi 600mila euro. La sottrazione sarebbe avvenuta mediante effrazione del lucchetto al cancello carraio, e la forzatura di porte di accesso ai magazzini, al deposito materiali a San Vito di Legnago, in provincia di Verona. Il blitz avviene tra il 31 maggio e il 4 giugno di otto anni fa. Dopo che l’inchiesta interna escluse la responsabilità dei comandanti del distaccamento, la vicenda pareva destinata a chiudersi come evento accidentale. All’epoca il furto di materiale venne definito come operato da ignoti.
Invece ai primi di settembre del 2007 alla procura regionale della Corte del conti giunge un’altra denuncia di furto, stavolta compiuta ai danni del deposito materiali di Zevio nel periodo compreso tra il luglio e l’agosto di quell’anno. In quella circostanza viene rilevata l’effrazione di alcuni ingressi a quattro padiglioni e la sottrazione, ancora una volta, di materiali da ponte del tipo «Bailey» per un valore di 33.447 euro. Come poi ricostruito in seguito, il blitz dura almeno 24 ore e porta al trafugamento di ben 250 tonnellate di materiale ferroso. La svolta investigativa nella vicenda arriva proprio in quei giorni.Il 29 agosto 2007 Antonio Anzillotti, mentre era teoricamente malato con tanto di certificato medico della durata di due mesi e quindi a casa dal lavoro, viene fermato il flagranza di reato assieme a tre operai veronesi mentre cerca di mettere a segno un furto di materiale analogo nel deposito di Este approfittando del fatto che il custode era assente. Quel giorno, infatti, una pattuglia del carabinieri accerta che i quattro stavano caricando del materiale ferroso stoccato in due camion intestati a una ditta di trasporti del Veronese. Proprio dalle dichiarazioni dei lavoratori emerge che uno di loro aveva ricevuto dal maresciallo, che si era presentato sempre in divisa e quindi coi crismi dell’ufficialità, la richiesta di effettuare un trasporto di ferro da Este sino a un deposito a San Vito di Legnago. Mentre l’inchiesta penale fa il suo corso (e la condanna per il solo Anzillotti diventa definitiva nel 2010) anche la procura regionale della corte dei conti arriva a chiedere conto dell’accaduto per danno erariale all’ex maresciallo che nel frattempo viene radiato. Il maresciallo viene riconosciuto responsabile non solo del furto tentato ad Este, ma anche di quelli consumati di San Vito di Legnago e Zevio. Si arriva così alla sentenza dei giorni scorsi pronunciata dal collegio presieduto da Angelo Buscema, che non ha avuto alcun dubbio: tocca al maresciallo risarcire l’Esercito per quei furti.

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