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Pubblicato il 17/02/2016

FABIO COMINI: IL COLONNELLO DRUDA PERITO DEL TRIBUNALE RILEVA ERRORE UMANO PER LA MORTE DELL’ALPINO RANGER AL LANCIO

PISA- La morte dell’incursore Fabio Comini si deve attribuire ad errore umano: così si è espresso il pm Aldo Ingangi , dopo aver ricevuto la perizia del colonnello in congedo della Folgore Ennio Druda, consulente in materia di paracadutismo di diverse procure italiane. Per questo motivo il magistrato inquirente ha chiesto la archiviazione
Fabio Comini, 26 anni, di Ascoli Piceno, caporalmaggiore del Quarto reggimento Alpini di Verona è morto il 21 maggio 2015 durante un lancio a Tassignano. Era allievo del corso Tcl, al Capar. Dopo un lancio da 1300 metri, Fabio ha avuto un malfunzionamento alla vela principale ed un conseguente ulteriore problema con la emergenza, che i testimoni affermano di avere visto avvolgere, insieme al fascio funicolare, il corpo dello sfortunato paracadutista. Gli stessi testimoni affermano che la vela principale era a poca distanza dal corpo, sganciata. I parenti si oppongono alla versione che attribuirebbe ad un errore umano ( apertura di schiena? inversione della procedura di sgancio?) il malfunzionamento , sostenendo la carenza di preparazione alla gestione delle emergenze. Sarà ora il GIP a valutare come procedere, in un’udienza che si terrà in tribunale a Lucca nel giro di qualche settimana.

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