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Pubblicato il 08/01/2016

FESTA DEL TRICOLORE A REGGIO: TIEPIDI I REGGIANI. IL TRICOLORE E’ DI DESTRA

RESTO DEL CARLINO
PRIMOPIANO pag. 3
Poche bandiere esposte Ma i parà scaldano i cuori

Celebrazioni per l’anniversario. Però manca la festa
di BENEDETTA SALSI CI hanno pensato i paracadutisti della Folgore a scaldare i cuori dei reggiani, ieri; riempiendo gli occhi di almeno quattro generazioni. Uomini, donne, studenti, pensionati. Circa un migliaio di persone, tutte immobili e con il naso all’insù, a guardare quello spettacolo che arriva dal cielo: un enorme tricolore, che poi ha abbracciato la piazza intera, fino a quel momento ingessata in una parata militare che – nonostante la riduzione delle transenne – davvero non somigliava a una festa popolare. È stato quello, intorno alle 12 di ieri, il momento più emozionante delle celebrazioni per il 219° anniversario del primo tricolore. Sono bastati quattro militari (il secondo lancio è stato effettuato da una donna) ad accendere gli animi e a far sorridere un poco anche chi fino a quel momento era perplesso. «Questa purtroppo è una festa che non è mai decollata, i reggiani non la sentono molto; forse perché fino a qualche anno fa chi tirava fuori un tricolore, finiti i mondiali di calcio, veniva considerato uno di destra, un fascista», chiosa il professor Ugo Pellini (membro della Consulta del verde). «Dovrebbe invece diventare la festa della nazione – incalza il botanico -, dovrebbero esserci canti, danze, come facevano un tempo attorno all’albero della libertà. Anche nelle scuole dovrebbero raccontare di più». Lo sguardo si posa inevitabilmente sulla facciata del Municipio, dove svettano due vessilli sgargianti, nuovissimi: uno tricolore; l’altro a fondo blu, con stelle color oro. La bandiera più grande e consunta, però, è quella della Pace. Anche in piazza (a parte le bandierine distribuite agli studenti intervenuti alla cerimonia), non c’era nulla. Nessuna bandiera alle finestre, non una nelle vetrine dei negozi. E così (a parte qualche rarissima eccezione) per tutto il centro storico. Per tutta la città. Non una bandiera appesa, nonostante questo primato nazionale sia un vanto per il nostro territorio. Sinceramente, se ne vedono di più il 25 aprile. Così, tutto come da consunto copione, nonostante il sindaco Luca Vecchi, esattamente un anno fa, avesse dichiarato: «Per il 2016 la festa sarà rinnovata per essere più popolare». Niente di fatto, però. Al rintocco della campana, all’ordine del giorno solo la cerimonia di onori militari (Esercito-Genio ferrovieri, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di finanza), l’alzabandiera del Tricolore (senza un alito di vento) e l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte della fanfara della Brigata paracadutisti Folgore. Certo, non si può instillare il patriottismo in chi non ce l’ha. Ma uno scatto in più di fantasia nell’organizzazione, per l’anno prossimo, magari sarebbe accolto con maggior calore anche dalla cittadinanza.

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