OPINIONI

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Pubblicato il 11/12/2014

FINTE COOPERATIVE VIVONO SUL BUSINESS DELLA IMMIGRAZIONE

sopra: il centro di Lampedusa dato alle fiame. Gli immigrati clandestini volevano essere liberi di circolare sul territorio nazionale.

Agenzie, cooperative, servizi: il volto rispettabile dello sfruttamento nel 2013 sono stati reclutati nelle campagne italiane, grazie ad agenzie e cooperative, oltre 400mila “braccianti-schiavi” a 20 euro al giorno. Le agenzie procurano regolari documenti, per poi sfruttarli e ricattarli

PARMA- La busta paga di una vittima è quasi sempre negativa: all’immigrato vengono sottratti l’affitto, il vitto e le utenze di un appartamento. Molto spesso devono restiotuire soldi.

E’ accaduto con facchini senegalesi e pakistani , a Montopoli, in provincia di Pisa. Prima venivano sfruttati nei campi, ora nel racket dei servizi, finti lavoro, finti contratti di affitto, finiti permessi di soggiorno, pagati a peso d’oro.

Dietro la facciata dell’impresa cooperativa , a Pisa si organizzava lo sfruttamento industriale di clandestini provenienti da Asia e Africa, agendo anche in Lombardia e nella provincia toscana: la punta di un iceberg.

Situazioni del genere,infatti, sono sempre più frequenti in Italia. A “gestire” i nuovi schiavi sono molto spesso bande organizzate in agenzie, associazioni o cooperative sociali.

“Oggi -dice Monsignor Perego di “Migrantes” – sappiamo con certezza che situazioni di sfruttamento sono largamente diffuse tanto nel mondo delle badanti e dei servizi di cura, quanto in quelli della ristorazione, del catering, del turismo e di gran parte dei lavori che presentano caratteri di stagionalitàe”.

Prima di partire, dietro promessa di un contratto vero o finto, il lavoratore contrae un debito con gli intermediari che in molti casi sono già residenti in Italia, riuniti in vere e proprie agenzie di collocamento, che provvedono dal visto, al viaggio, al contratto di locazione in appartamento.

Oltre alla cura degli anziani, i settori interessati sono la logistica, la distribuzione, la ristorazione; “al nord – precisa Marchisella – è molto diffuso il volantinaggio, mentre in molti al sud vengono impiegati nell’installazione di pannelli fotovoltaici”. In mancanza di un occupazione, poi, non è raro che questi uomini siano indirizzati verso clan criminali che li utilizzano nelle piazze dello spaccio.
Per affrontare il viaggio contraggono un debito con usurai, agenzie specializzate, un parente o un intermediario residente in Italia. A seconda della provenienza, la cifra v può arrivare fino a 50 mila euro, e tende a salire notevolmente se nel ‘pacchetto’ è incluso un posto di lavoro. Per garantire che il debito venga onorato i migranti sono sottoposti a minacce, violenze e ritorsioni: spesso, l’oggetto del ricatto sono i familiari; mentre in alcuni paesi africani non è raro il ricorso a riti voodoo.

Per i braccianti della provincia di Latina esiste un vero e proprio tariffari per avere i documenti : nulla osta al lavoro tra i 5 e i 15mila euro , un certificato medico sui 300 euro. E anche nella zona di Prato, è quasi certa l’esistenza di una centrale per la falsificazione di contratti di lavoro e permessi di soggiorno.

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