CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 09/02/2022

FINTO AGENTE SEGRETO FA “CASCARE” PER LA SECONDA VOLTA NELLA RETE UFFICIALI VERI FALSIFICANDO TUTTO

MILANO-È stato nuovamente arrestato Guido Umberto Farinelli, l’uomo già finito in carcere nel giugno 2021 con l’accusa di essere un truffatore seriale che si era costruito una finta esistenza da agente segreto.
Questa volta si era invece spacciato da ricco banchiere residente a Dubai, costretto a tornare in Italia per difendersi da infondate accuse di evasione fiscale. A Voghera, era riuscito a convincere tre persone a consegnargli somme di denaro da investire in affari in Africa. A Como aveva convinto una donna a finanziare un presunto ultimo viaggio della salma del padre, morto in venezuela, in Italia. La prima nuova vittima , dopo il carcere/arresti, è stato un giardiniere che gli aveva affidato 3mila euro per acquistare lingotti d’oro in Uganda.
La sua storia era emersa un paio di anni fa, quando parlando con un ufficiale dei carabinieri aveva raccontato della volta in cui come responsabile della scorta di Silvio Berlusconi aveva litigato con un Ufficiale dell’Arma, di cui fece nome e cognome. I due ufficiali si conoscevano: non c’era mai stata nessuna lite con la scorta di Berlusconi.
I carabinieri approfondirono, e scoprirono che Farinelli aveva una serie di segnalazioni per truffe e utilizzo abusivo di divise e distintivi. Ma soprattutto, coprirono che l’uomo, ex guardia giurata aveva mentito praticamente su tutto, e che si autocertificava con un attestati e lettere false, riuscendo a costruirsi «una credibilità impressionante».

Aveva persino modificato «le pagine web di enciclopedie multimediali (quali wikipedia e altre) per attribuirsi la partecipazione a operazioni condotte dalle Agenzie di sicurezza nazionale». Farinelli si spacciava come uno degli agenti dei servizi segreti che parteciparono al sequestro di Abu Omar avvenuto a Milano il 17 febbraio 2003. Raccontava poi, su internet, di aver partecipato alla caccia ai responsabili dell’omicidio di Fabrizio Quattrocchi, ucciso in Iraq il 14 aprile 2004, e all’operazione per la liberazione di Giuliana Sgrena, rapita sempre in Iraq il 4 febbraio 2005. Informazioni false, che, come scrisse il giudice , «erano anche state in parte riprese da testate giornalistiche nazionali o pubblicate in libri sulle relative vicende» e fu addirittura citato nel libro Scandals di Peter Louis Arnell.
Aveva un falso lasciapassare dell’ONU, un passaporto diplomatico e un falso tesserino da agente dei servizi di intelligence del Vaticano.

Ultimamente spacciava la delega di «incaricato dal Governo Italiano di effettuare acquisti di partite di oro e metalli preziosi all’estero». Acquisti che «venivano sdoganati dalla Repubblica del Congo e trasportati a Dubai, a un prezzo sensibilmente inferiore rispetto alla quotazione di mercato». Millantando questa sua funzione e presentandosi come agente dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), Farinelli riuscì a truffare molte persone, che lo pagavano per acquistare oro a prezzi vantaggiosi. L’oro poi non arrivava mai.

un medico gli ha dato 50mila euro e un pilota della compagnia aerea Emirates gli aveva consegnato 4.220 euro per un lingotto, ma nulla è stato consegnato ai due.

Convinse anche una coppia di medici, in cambio di 12.550 euro, di essere in grado di farli assumere a Dubai: il marito avrebbe dovuto diventare cardiochirurgo all’American Hospital mentre la moglie avrebbe assunto il ruolo di cardiologa personale del principe, con iscrizione a scuola dei tre figli e assistenza sanitaria. Avvicinò anche le amiche di Nelly Eri Cambervelle, una donna della Martinica imprigionata in Iran nel 2018: millantò di poter fare qualcosa per la sua liberazione e secondo l’accusa si fece versare 20mila euro sul conto corrente di una società chiamata Fnr Servizi. Poi sparì.Si era anche fatto pagare per organizzare un non meglio specificato evento musicale negli Emirati Arabi Uniti.

Nei suoi tentativi di accreditarsi presso alti ufficiali dei carabinieri aveva raccontato di essere in contatto con il latitante ed ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e rifugiato a Dubai. Ai carabinieri, Farinelli mostrò anche un video in cui era con Matacena. I due si conoscevano davvero: lo scopo di Farinelli era quello di farsi dare dai carabinieri, per conto dello stesso Matacena, informazioni su alcuni imprenditori. Matacena e tre carabinieri sono poi stati indagati con Farinelli per accesso abusivo nei sistemi informatici.

Ha corrotto un agente della Polaria di Fiumicino, a cui, in cambio di un decoder e qualche soggiorno pagato in hotel a cinque stelle, chiedeva di evitare controlli a generali delle Forze Armate. Era anche riuscito ad agganciare Roberto Cotti, ex senatore del Movimento 5 Stelle e allora componente della Commissione Difesa della Camera, ottenendone un attestato di collaborazione grazie al quale partecipò a una cena di gala al circolo ufficiali di Verona. Lì, spacciandosi per ufficiale della Marina militare, cercò di trovare nuove vittime.

Farinelli aveva anche cercato di raggirare un uomo dicendogli di averlo nominato erede universale del suo patrimonio. In cambio la vittima avrebbe dovuto anticipargli dei contanti. Aveva redatto un testamento olografo sostenendo di averlo depositato presso uno studio legale di Milano il cui titolare era stato indicato come esecutore testamentario. Era tutto falso.

I carabinieri scoprirono che Farinelli aveva una serie di complici, da chi lo aiutava e gli forniva copertura per le truffe al funzionario di banca che gestiva i suoi conti essendo consapevole della provenienza illecita del denaro.

Quando venne arrestato, nel giugno del 2021, Farinelli stava tentando di ottenere un contratto da un’azienda italiana: aveva iniziato a parlare con un manager, conosciuto in aereo durante un viaggio intercontinentale, a cui si era presentato come un agente segreto con ottimi contatti in uno stato dell’Africa orientale, in particolare con il presidente e con suo fratello.

Farinelli fu accusato di truffa, corruzione, traffico di influenze illecite, possesso e fabbricazione di documenti falsi, accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona, corruzione. Gli vennero concessi gli arresti domiciliari, che lui ha scontato in una casa di Voghera, poi revocati. Aveva l’obbligo di firma.

Leggi anche