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Pubblicato il 08/02/2018

FOIBE- 10 FEBBRAIO GIORNO DEL RICORDO DEI TRUCIDATI E GIORNO DEL RISPETTO PER LA TRAGEDIA DI ISTRIANI E FIUMANI

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PARMA- Il 10 Febbraio ricorda le stragi dei comunisti jugoslavi, bande di assassini agli ordini di Tito, che hanno gettato nelle cavità carsiche migliaia di italiani che abitavano i territori da loro scippati alla fine della guerra. Nessuna motivazione se non speculazione e vendetta politica, dopo la fine delle ostilità.
Vorremmo aggiungere al ricordo di quel periodo, anche quello degli istriani dei fiumani e dei dalmati, che furono bollati col marchio di reazionari e fascisti, eppure erano italiani che chiedevano ad altri fratelli italiani un po’ di solidarietà per le loro sventure, ma vennerio emarginati, respinti ed umiliati

Fino a qualche anno fa era vietato parlare delle migliaia di istriani, giuliani e dalmati infoibati o pro­fughi dalle loro terre e del Trattato che le cedeva alla Jugoslavia, per tre ragioni: perché era proibito discutere la sparti­zione del mondo decisa a Yalta; perché i comunisti italiani avevano scheletri nel­l’armadio, avendo collaborato con i par­tigiani titini in quella che le circolari del Pci chiamavano «la tattica delle foibe» e nel far strage di partigiani anticomuni­sti, come a Porzus; perché dovevamo te­ner­ci buono Tito che si era sganciato dal­l’impero sovietico.

Le foibe furono il con­centrato feroce di tre guerre in una: la pulizia etnica contro gli italiani, la lotta di classe contro borghesi e possidenti, la guerra ideologica del comunismo contro coloro che non lo erano. Per recuperare l’omissione storica e onorare la memo­ria delle vittime, noi di www.congedatifolgore.com/it ci uniamo a tutti coloro che continuano a ricordare chi e morto in quel periodo, chi è stato emarginato e -soprattutto- chi li ha uccisi brutalmente , e il perchè questo avvenne.

Le foibe erano le voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, presenti nel terreno carsico che potevano raggiungere anche i duecento metri di profondità. In queste voragini furono buttati, anche vivi, tricidati con granate e raffiche di mitra, esposti a lunghe agonie.
Sotto: i manifesti affissi dai comunisti italiani che applaudivano a Tito
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