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Pubblicato il 11/11/2017

FOLGORE – UNA DIVISIONE DI EROI

RICORDO DI UN EROE : PARACADUTISTA GIUSEPPE IZZO

del art.par. generale Giovanni Giostra

Se ci chiediamo con quale motivazione le Autorità competenti hanno scelto l’anniversario della battaglia di El Alamein quale festa di tutti i Paracadutisti d’Italia di ogni tempo,ritengo che una risposta sia nel numero delle massime ricompense al Valor Militare conferite in quell’episodio.

Alla battaglia parteciparono oltre 50.000 militari italiani tra i quali circa 5000 Paracadutisti della Divisione Folgore. Si badi che i decreti relativi alla concessione delle Medaglie d’Oro furono firmati nel dopoguerra ,dai Presidenti Einaudi, Gronchi e Segni,al di fuori,quindi, del periodo fascista.

Ebbene, le decorazioni di Medaglia d’Oro individuali furono complessivamente 36 ,ben 22 delle quali assegnate ai Paracadutisti della Folgore e 14 a tutti gli altri: il 60% delle massime ricompense al 10% delle nostre forze in campo. In aggiunta,furono decorate di Medaglia d’Oro anche le Bandiere di Guerra dei tre Rgt. della Folgore:186°,187° e 185° Art. con la stessa motivazione per tutti.

Può destare meraviglia che la festa di una Specialità coincida con il ricordo di una battaglia perduta (però la Folgore ripiegò solo su ordine). Ma non si tratta di un caso unico: anche per i Par. britannici è stata scelta la battaglia di Arnhem,nell’ambito della operazione Market-Garden,dalla quale essi uscirono duramente ma eroicamente sconfitti,come festa della Specialità.

Nella ricerca di un personaggio storico da proporre come simbolo del nostro Paracadutismo Militare che abbracci un periodo precedente e successivo all’armistizio del 8 set. ’43,emerge una figura di eccezione:il Paracadutista Giuseppe Izzo. Ho avuto il privilegio e la fortuna di incontrarlo in varie circostanze e di conoscerne direttamente il pensiero e i sentimenti.
Di origini salentine,nato nel 1904,frequentò la Nunziatella,poi l’Accademia Militare di Modena. Conseguì il brevetto di Osservatore Aereo. Partecipò alla guerra di Spagna. Nella 2^ guerra mondiale,dopo esperienze in Francia e Albania, entrò nella Specialità Paracadutisti nel 1941 e,nel ’42,promosso Ten. Col. ,fu avviato in Africa Settentrionale con la Folgore,al Comando del V Btg./186° Rgt.
Il suo curriculum nelle Aviotruppe comprende:
– il Comando in combattimento del V Btg./186° Rgt. Folgore a El Alamein ove fu ferito e decorato di
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
– il rientro in Patria e il ricovero in Ospedali Militari fino all’armistizio del 8 set. ’43;
– la scelta immediata di battersi per la libertà;
– la designazione a Capo di S.M. della Divisione Par. Nembo,collaboratore del Gen. Morigi nel ripristino della compagine della Grande Unità dopo lo shock subito da quei grandi combattenti nel dover accettare la resa del 8 settembre;
– la partecipazione alla campagna del Corpo Italiano di Liberazione sulla linea Gustav(Cassino)poi nel settore Adriatico da Chieti a Filottrano e oltre,fino al set. ’44;
– il Comando in combattimento del II Btg. /Rgt. Nembo del Gr. di Cbt. Folgore a Case Grizzano(BO) contro i Par. tedeschi della 1^ Divisione ove fu nuovamente ferito e decorato di Medaglia d’Oro, mentre gli Alleati gli attribuirono la Distinguished Service Cross sul campo,unica decorazione di quel livello assegnata a un italiano;
– la successione di Alberto Bechi Luserna quale titolare della rubrica “Colloqui con il Paracadutista Anziano” sulla Rivista Folgore;
– la qualifica di co-autore con Paolo Caccia Dominioni del libro Takfir-cronaca dell’ultima battaglia di El Alamein;
– la pubblicazione di numerosi scritti su vari organi di stampa concernenti la storia e la cronaca delle Aviotruppe;
– la ricostituzione nel 1947 del Centro Militare di Paracadutismo a Roma,poi trasferito a Viterbo, del quale fu il primo Comandante.
Dopo altri incarichi,soprattutto in ambito NATO,con il grado di Generale,lasciò il servizio attivo nel 1960 e trascorse gli ultimi anni nella zona di Sorrento insieme alla sua ultima compagna.
Morì a Roma nel 1983.
Alla testa del V Btg. Folgore ad Alamein e del II Btg. Nembo a Grizzano, il Ten. Col. Izzo affrontò situazioni tanto ardue quanto molto diverse tra loro.
Nel primo caso si trattò:
– della difesa di posizioni all’estremo sud del dispositivo divisionale,quali l’altura di Himeimat e il pianoro di Naqb Rala sull’orlo della depressione di El Qattara,il cui possesso era decisivo per la tenuta dell’intero schieramento;
– di battersi contro un avversario di grande esperienza e valore quale il Raggruppamento di Legionari Francesi, già collaudato nei combattimenti di Bir El Gobi,molto superiore in forze,ben dotato di mezzi blindo-corazzati e di artiglierie;
– di operare disponendo di tempi organizzativi adeguati e del sostegno della 4^Btr. /185° Rgt. Art. con i STen. Abelli(ferito e decorato di Medaglia d’Argento) e Migliavacca, del Pl. Mortai da 81 del Ten. Art. Par. Gola(caduto e decorato di Medaglia d’Oro),e di un Pl. del Genio al Comando del STen. Di Gennaro(ferito e decorato di Medaglia d’Argento).
Le citate unità di sostegno risultarono risolutive in virtù della loro partecipazione anche ai contrassalti guidati dallo stesso Izzo e dal suo Vice Cte,il Cap. Art. Par.Zingales(ferito e decorato di Medaglia d’Argento).
Nel secondo evento si doveva:
– attaccare e conquistare Grizzano,posizione di raccordo tra le alture e la pianura emiliana, determinante per la liberazione di Bologna;
– confrontarsi con le migliori truppe tedesche: gli irriducibili “Diavoli Verdi”,veterani di El Alamein, di Creta e Cassino,disponendo di tempi organizzativi estremamente ridotti.
Solo nel tardo pomeriggio del giorno precedente il Ten. Col. Izzo ricevette gli ordini per l’attacco e quasi immediatamente li trasmise a sua volta ai dipendenti poi …”andai in branda e dormii tranquillo come non mai”.
In entrambe le azioni,difesa ad Alamein e attacco a Grizzano,risultò determinante il ruolo del Comandante Izzo,per l’esempio,per il suo coraggio nell’affrontare il rischio,per le sue doti di trascinatore e per il senso di responsabilità nella tutela dei sottordini. Dopo le ferite egli rifiutò il ricovero e scelse di restare tra i suoi Paracadutisti per continuare a esercitare l’azione di Comando fino alla positiva conclusione del combattimento in corso.
In uno degli incontri il Cte Izzo raccontò con qualche imbarazzo un episodio del combattimento di Grizzano. Nel corso di quell’attacco egli mosse dal suo Posto di Comando verso la sommità del colle alla testa della 7^ Cp., subito al séguito della 6^, Cp. avanzata. Durante il movimento incontrò il Ten. Podestà,Comandante degli esploratori,che volle presentargli un gruppo di Par. tedeschi appena catturati. Mentre il Ten. Col. Izzo pronunciava qualche parola di circostanza,uno dei prigionieri si rivolse a lui in questi termini: Signor Colonnello,ma a El Alamein ci battemmo tutti insieme dalla stessa parte. Il Cte restò colpito,in silenzio e non si sentì in grado di ribattere.
Ora affidiamo la conclusione ai versi scritti da un Paracadutista del V Btg. di El Alamein,dedicati al Comandante:

“ TRENT’ANNI DOPO
Non sono io grande,
come il soldato Piscopo baluardo del mio Plotone,
ma tu,minuto così
dopo trent’anni tra le mie braccia,
signor Generale,
come potesti apparirmi gigante
allora che sulla linea del fuoco,
consapevole
che ogni tuo passo era verso la morte,
animando passasti tra noi,
come Aiace misurando il terreno a gran passi ? ”
…..
“Roma – ott. 1972
Alla Medaglia d’Oro Giuseppe IZZO,
corazza d’acciaio del V Btg. Folgore”

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