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Pubblicato il 30/12/2015

FORTE IMPENNATA DI SUICIDI TRA I MARINES DI RIENTRO DALL’AFGANISTAN

NEW YORK – Le forze armate americane sono in allarme per l’epidemia che ha colpito il Secondo Battaglione del Settimo Reggimento dei Marines il cui motto latino dice: “semper fidelis”.
Tyler Schlagel, 29 anni di Longmont in Colorado, è stata l’ultima vittima.

Quattordici suicidi su 1.200 soldati da quando hanno fatto ritorno dall’Afghanistan nel 2008: un indice quattro volte più alto rispetto a quello dei giovani ex combattenti e ben 14 volte più alto che nel totale della popolazione degli Stati Uniti.

Del “2/7”, come i suoi membri chiamano il secondo battaglione, si era occupato lo scorso settembre il New York Times. Il Congresso aveva aperto un’inchiesta ma con risultati scarsissimi .

“Non me lo aspettavo, certamente non da lui”, ha scritto su Facebook James McKendree, ex commilitone di Schlagel: “Perchè il nostro battaglione? Se il governo non trova una soluzione, dobbiamo farlo noi. Cominciamo smettendo tutti di bere e di prendere pillole. Rimettiamoci in piedi”.

Madelyn Gould, un’epidemiologa della Columbia University, ha spiegato al New York Times che “grappoli” di suicidi possono verificarsi in nuclei sociali strettamente connessi, ad esempio una scuola o una unità militare, dove una morte ne ispira un’altra al punto che il suicidio diventa “la norma culturale”. Nel caso di Schlagel, amici hanno raccontato che il giovane aveva liquidato casi di due commilitoni che si erano tolti la vita come “atti da codardi”: un giudizio che rende particolarmente inquietante il suo gesto fatale.

L’ex Marine si è sparato un colpo alla testa il 9 dicembre dopo aver bruciato i suoi diari di guerra in Iraq e Afganistan; e tre giorni più tardi un suo compagno d’armi ha tentato di togliersi la vita: è stato salvato da un ex commilitone del 2/7 che ha messo in piedi una “hot line” su Facebook per fermare l’epidemia dei suicidi.

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