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Pubblicato il 05/02/2015

FORZA DI REAZIONE RAPIDA DELLA NATO IN CHIAVE ANTI RUSSIA

BRUXELLES – La Nato ha ufficializzato la creazione di una nuova forza a rapido dispiegamento da 5mila uomini e di sei «centri di comando», in reazione «all’aggressione» della Russia in Ucraina. Lo ha detto oggi il segretario generale della Nato JensStoltenberg. A guidare tale contingente sarà il Regno unito (dal 2017), che ha annunciato di voler mettere a disposizione un migliaio di uomini e tre caccia Typhoon per garantire la sicurezza aerea nei paesi Baltici, mentre da fonti Nato è stato reso noto che hanno aderito al progetto Italia, Francia, Germania, Polonia e Turchia.

PUNTA DI LANCIA GIA’ DA 2015 – «E’ una risposta alle azioni aggressive della Russia, che ha violato la legge internazionale a ha annesso la Crimea» ha detto Stoltenberg arrivando a una riunione dei ministri della Difesa dell’alleanza a Bruxelles. «Noi decideremo le dimensioni e la composizione della nuova forza, denominata ‘punta di lancia’ e garantiremo che potrà essere dispiegata sul terreno in alcuni giorni» ha precisato il politico norvegese. Questo piccolo esercito di pronto intervento sarà operativo entro il 2016 e conterà «5mila uomini». Oltre a poter essere impiegata nei Paesi dell’ex blocco sovietico, tale forza avrà anche la capacità d’intervenire in altri scenari, in caso di necessità: in particolare, in Africa settentrionale e nel Medio Oriente. Tre «nazioni quadro» (le prime saranno Francia e Germania) avranno l’incarico di coordinare l’azione. Un paese, detto in «stand-by» assicurerà per un anno la disponibilità delle sue truppe con brevissimo preavviso: da due giorni per i primi elementi a una settimana per gli altri. Le due altre nazioni quadro dovranno garantire di potersi unire in un periodo da quattro a sei settimane. La «punta di lancia» sarà operativa già da quest’anno e i ministri della Difesa dei Paesi aderenti dovrebbero approvare la creazione di «sei centri di comando» nei tre paesi Baltici, in Polonia, in Bulgaria e in Romania. Queste decisioni s’inscrivono nel quadro della modernizzazione della «Forza di reazione rapida» (Nato Response Force, Nrf), creata nel 2003 ma giudicata di portata troppo limitata e troppo lenta. La sua composizione dovrebbe essere portata a «30mila uomini», ha precisato il capo dell’Alleanza atlantica. «La Russia continua a farsi beffe delle regole internazionali e a sostenere i separatisti in Ucraina» ha detto ancora il numero uno della Nato, che ha definito queste misure come «difensive».

MOSCA ESPRIME PREOCCUPAZIONE – La reazione di Mosca è stata immediata. La Russia è profondamente preoccupata dai progetti Nato di rafforzare la propria presenza sul «fianco orientale» dell’Alleanza, che sono proprio in queste ore «oggetto di attivo dibattito» a Bruxelles. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero russo degli Esteri, AleksanderLukashevic. Il governo russo ha inoltre avvertito gli Stati uniti, che stanno spingendo «volutamente le relazioni russo-americane in un vicolo cieco, da cui servirà molto, davvero molto tempo per uscire». Il Cremlino ha consigliato agli americani di non «riversare in Ucraina armi e tecnologia ritirate dall’Afghanistan in connessione con la fine della missione Isaf».

 KIEV NON FA PARTE DI NATO – L’Ucraina non è un Paese membro della Nato, per i quali è valida la clausola della difesa mutuale prevista dall’articolo 5 del trattato fondativo. Kiev ha espresso la propria intenzione di aderire all’Alleanza nel maggio 2002, sotto il presidente LeonidKučma. Da allora è stato avviato il meccanismo di pre-adesione del «dialogo intensificato». Il Paese fa invece parte del Partenariato Euro-Atlantico come la Russia e altri 21 Stati, creato il 27 maggio 1997 al vertice di Parigi, che è un forum di regolare consultazione, coordinamento e dialogo tra la Nato e partner esterni.

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