ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 18/10/2020

FORZA RESILIENZA E SOLITUDINE : VI PRESENTO L’ATLETA DA ULTRA MARATONE PAOLO BUCCI


PARMA. Vorrei parlarvi di un atleta forte, solitario e resiliente. Gli mancano solo i lanci, ma ha tutte le altre qualità di un paracadutista. Le sua gambe vanno dove vuole la sua testa. Si tratta del parmense Paolo Bucci, podista ( aggettivo riduttivo, meglio corridore originale socievole ma solitario) che a 67 anni si allena tutti i giorni, percorrendo da 25 a 40 chilometri alla volta. Da sempre, anche prima di andare in pensione lo si poteva incontrare ad ogni ora del giorno e della notte, quando si allenava in città o in periferia, prima o dopo il lavoro se non addirittura nella pausa, in ogni stagione, anche a 38° di calore.


Per lui il motto del Team Folgore “Forti e soli” è perfettamente calzante. Potrebbe insegnarci come perseguire un obiettivo in solitaria. fregandosene delle avversità, della meteo, dei doloretti, del traffico, della fatica e , alla fine, godendosi pure la vita.


Anche se non disdegna la compagnia, le imprese più difficili e quasi tutti gli allenamenti li fa da solo, con qualche amico per la logistica. Ogni tanto vengo a sapere dalla sua pagina Facebook che ha fatto una “non-stop” da Parma fino al mare o chissà dove, correndo e marciando su strade secondarie per un giorno e una notte, per 120 , 130, o 140 chilometri, a seconda di dove vuole andare a farsi una “beccata” ( dal dialetto parmense: una mangiata, ndr). La corsa su strada è più snervante e faticosa, ma non per lui. Arricchisce la sua pagina con foto di alcuni scorci di paesini appenninici, bellissimi e sconosciuti. Lungo certi percorsi che ripete con regolarità si è fatto diversi amici e tra questi i titolari di belle trattorie casalinghe, che gli ristorano le “mila” calorie che consuma durante le sue 24-25 ore di allenamento



Paolo è assistito da una forza mentale inesauribile e da una fibra fisica eccellente. E’ un resiliente genetico. Non si è mai ritirato, sia quando ha corso nella valle della morte americana a 50 gradi di calore , o sulle alpi francesi nel trail du Mont Banc o il tour dei giganti ( mi scrive: “preciso che mi sono ritIrato solo qui, al 185mo chilometro” (!!!!) ) o nel deserto africano nella sabbia, oppure sull’ appennino parmense o quello ligure, o a Capo Verde o tra Sparta ed Atene.

Ha un ritmo di gara e di allenamento “economico” da ultrafondista, non dispendioso, ma che “frega” tutti quelli che partono insieme a lui, lo sorpassano e che molte volte riprende. Prima e dopo le gare o gli allenamenti preferisce cappelletti, prosciutto, lasagne , pizze con la birra e oppure quello che offre una delle trattorie dove arriva. Ho il sospetto che si alleni solo dove c’è buona cucina, come a Specchio, bella località collinare parmense con strade che portano verso Varsi, Bardi e la liguria. Recentemente sta “allenando” un giovane amico, Walter Perrotti, che opera nella radiotelevisione locale. La loro sfida da mezzi matti? a chi fa un chilometro in più dell’altro, in solitaria, giorno e notte: l’ultima era una galoppata fino al mare, da 130 e passa chilometri, dove ancora si sta calcolando chi avesse fatto più strada.

Paolo è un esempio di approccio con lo sport avendo equilibrio interiore , senza sfrenato agonismo narcisista: lo pratica amministrandosi , controllando dolori muscolari, piccoli e grandi infortuni, perdendosi di notte nel deserto, nel nulla e ritrovando la strada ragionando, senza panico e senza GPS. Un capitolo a parte meriterebbero le foto che lo ritraggono ballando o brindando con le più belle donne parmensi, atlete e non atlete.
Presto faremo qualche corsa insieme e pubblicheremo i suoi consigli, magari mi spiegherà anche perchè fa così colpo sulle donne.
aw

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