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Pubblicato il 10/02/2014

GIRONE E LA TORRE: ANCORA ITALIA UMILIATA DAGLI INDIANI . IL MINISTRO MAURO E’ A DELHI


Mario Mauro, il ministro della Difesa, a sorpresa e senza annunci, è volato da Roma a Delhi. Imbarco alle sei del pomeriggio, arrivo all’alba indiana. In tempo per l’udienza, le 10,30 indiane, le 5 del mattino in Italia, della Corte Suprema che deve decidere come processare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due Marò. La presenza del ministro sembra essere uno dei «parecchi assi» da giocare, come li ha definiti il ministro degli Esteri Emma Bonino. La Corte Suprema valuta la richiesta della Procura Generale, che vuole un processo per la morte dei due pescatori al largo del Kerala sulla base del «Sua Act» la legge antiterrorismo e pirateria. Unica concessione della Procura la rinuncia all’accusa di omicidio con pena di morte, sfumata in «violenza» con pena massima di dieci anni.

All’alba italiana la Corte avrà già deciso. Prima dell’udienza non era escluso un altro rinvio, e sarebbe il 26° in quasi due anni. Un paio di giorni per trovare una mediazione tra accusa e difesa. Alla richiesta del procuratore Golaam Vahanvati era pronto a rispondere Mukul Rohatgi, il difensore di Latorre e Girone.

Non basta l’addio alla pena di morte, l’opposizione dell’Italia è al processo «speciale» e alla legge antiterrorismo. «I nostri Marò non sono terroristi, né è terrorista lo Stato italiano. Questo per noi è inaccettabile», ha ripetuto ieri pomeriggio Bonino. Quindi il ministro Mauro è decollato da Ciampino per essere a Delhi per l’inizio dell’udienza. La «linea rossa» non cambia: no alla legge speciale anti-terrorismo e pirateria, sì al ritorno a casa di Latorre e Girone. In attesa di conoscere le accuse e la data del processo.

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