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Pubblicato il 12/09/2018

GLI ARRESTATI PER RECLUTAMENTO ILLEGALE IN ITALIA RIMANGONO IN CARCERE

L’inchiesta, coordinata dal pool antiterrorismo genovese guidato dal pubblico ministero Federico Manotti, era partita da un nucleo di simpatizzanti neonazisti attivi in Liguria, tra le province di Genova e La Spezia.


Genova – Per il tribunale del Riesame gli arrestati – in Agosto- per avere reclutato personale da mandare in zone di guera, rimangono in carcere perchè li ritengono pericolosi. Come ricorderete, alcuni di quei personaggi si occupavano di reclutare personale da mandare in DONBASS o altrove non solo per mtivi di bandiera, ma anche per “costruirsi un curriculum” da sfruttare, per fare da istruttori a pagamento dei novizi in cerca di avventura, sia nei loro paesi che in Italia.

Recita la conferma degli arresti: «Esiste il concreto pericolo» che gli indagati, «nell’ambito di una carriera professionalmente avviata», «si rechino effettivamente per incarichi da mercenari in Paesi privi di estradizione», «sfuggendo così alle pretese punitive italiane».

Si trattava di una rete di combattenti definiti “di estrema destra” partiti per la guerra civile ucraina e finiti a combattere nel Donbass fianco a fianco ai separatisti filo-russi. Non possono essere scarcerati, scrivono i giudici, «perché esiste il concreto pericolo di recidiva specifica e di commissione di gravi reati con l’uso delle armi».


DA UN GIOCO ESIBIZIONISTA SU FACEBOOK ALLA GALERA
Al loro ritorno in Italia hanno provato a difendersi dicendo che quelle foto su Facebook e un’intervista rilasciata alle Iene, con armi da guerra e cosacchi in tuta mimetica,( IN BERMUDA E SCARPETTE DA GINNASTICA, NDR) erano una messinscena. «Per sostenere tale tesi l’indagato è stato costretto a negare rilievo a elementi schiaccianti a suo carico», tra le quali appunto un’apparizione in video «con un fucile da cecchino» e varie telefonate riguardanti scenari di guerra e addestramento. Con queste ragioni i magistrati hanno accolto le tesi dei pm genovesi, e confermato la detenzione in carcere per due membri del gruppo, Antonio Cataldo e Vladimir Verbitchii. Gli ordini d’arresto erano scattati all’inizio di agosto, nei confronti di sei persone, fra cui anche un ex mitragliere della Folgore.

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