Pubblicato il 27/06/2021
GLI EMIRATI CI CACCIANO DALLA BASE DI AL MINHAD
PARMA-La plateale cacciata dell’Italia è il secondo atto ostile contro l ‘Italia, dopo il divieto di sorvolo ad un aereo militare diretto ad Herat, del giorno 8 giugno. E’ una rappresaglia per la interruzione delle vendite di armamenti decisa da Di Maio, senza passaggio in parlamento e senza valutarne le conseguenze geopolitiche, oltre che economiche. Inutile dire che altri partner degli emirati si sono affrettati a spartirsi le commesse sospese dall’Italia.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno intimato all’Italia di lasciare entro il 2 Luglio l ‘aeroporto di Al Minhad,la base avanzata strategica nel Golfo Persico, utilizzata dal 2003 per trasferire uomini e materiali in Afghanistan, con un ruolo logistico per l’Iraq. La “Forward Logistic Air Base (FLAB) è una Unità del Comando Operativo di vertice Interforze, di supporto alle missioni in Afghanistan, della “EUTM” nel Corno d’Africa, della “Ocean Shield” nell’Oceano Indiano e “Prima Parthica” in Kuwait/Iraq. Un ruolo primario di interesse nazionale e in posizione strategica.
Il danno immediato , economico e logistico, è quello della impossibilità di far transitare i materiali di ritorno dall’Afganistan, che venivano trasportati con un ponte aereo proprio in quella base, per poi essere caricati a bordo delle navi in partenza dall’efficientissimo porto di Jebel Ali, a meno di 35 chilometri dalla base. Un ulteriore danno sarò rappresentato dallo smantellamento della base italiana, composta di numerosi prefabbricati con attrezzature, il cui smontaggio, imballaggio e spedizione saranno talmente costosi da consigliarne l’abbandono, se gli Emirati lo consentiranno. Il Comando Operativo Interforze dovrà quindi individuare un’altra piattaforma di transito. Potrebbe essere il Kuwait , dove c’è una presenza italiana nella base aerea e dove ha sede la gestione amministrativa delle missioni italiane in quel quadrante.