CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 24/02/2014

GLI IMAM MUSULMANI SE LA PRENDONO CON GLI ASTRONAUTI CHE ANDRANNO SU MARTE


Sul Pianeta Rosso non sfuggirete al giudizio di Allah»
Musulmani su Marte? Fatwa degli imam
Mars One: «Cammineremo sulle orme di Ibn Battuta»

Ahmed Shaaban sul Khaleej Times dà notizia di una fatwa della General Authority of Islamic Affairs and Endowment (Gaiae), la massima autorità islamica degli Emirati Arabi Uniti (Eau) contro il viaggio di esseri umani verso Marte. Il consiglio del imam degli Eau, una specie della nostra Conferenza episcopale, ha stabilito che «Tale viaggio di sola andata presenta un rischio reale per la vita, che non può mai essere giustificato nell’Islam. C’è la possibilità che un individuo che viaggia verso il pianeta Marte possa non essere in grado di sopravvivere e che sia più vulnerabile alla morte».

IL CORANO PUNISCE IL SUICIDIO
L’autorità islamica degli Emirati ha sottolineato che chi si imbarca su un’astronave per questo «Viaggio pericoloso», rischia di morire per nessuna «ragione giustificabile» e, quindi, sarà passibile di una «Punizione simile a quella del suicidio nell’Aldilà».

La commissione, presieduta da Farooq Hamada, noto per il suo integralismo, ha evidenziato che «Proteggere la vita contro tutti i possibili pericoli e mantenerla al sicuro è un tema su cui concordano tutte le religioni ed è chiaramente stabilito nel versetto 4/29 del Santo Corano: “E non uccidete voi stessi od altri. In verità Allah è infinitamente misericordioso».

SOCIETA’ OLANDESE CERCA VOLONTARI DA SPEDIRE SU MARTE:RISPOSTA MASSICCIA DI ARABI
Un versetto usato spesso per condannare i kamikaze islamisti ma che la Gaiae questa volta brandisce contro la Mars One, una compagnia olandese che nell’aprile del 2013 ha invitato i volontari a volare sul Pianeta Rosso ed a costruirci una colonia, ma il problema è che ad oggi non esiste una tecnologia che consentirebbe un viaggio di ritorno da Marte alla Terra. La Mars One sta progettando di realizzare il primo di questi viaggi interplanetari già nel 2023 e poi di lanciare equipaggi umani ogni due anni, per stabilire una colonia umana permanente sul pianeta rosso.

Il Khaleej Times spiega che «I candidati devono avere un’età compresa tra i 18 ei 40 anni ed essere in buone condizioni fisiche. Devono pagare solo 38 dollari per il viaggio. Migliaia di volontari, tra i quali circa 500 sauditi ed altri arabi, hanno fatto richiesta per la missione che costa 6 miliardi di dollari».

ALLAH VI PUNIRA’ ANCHE SU MARTE
La General Authority of Islamic Affairs and Endowment ha però un altro dubbio: alcuni musulmani potrebbero voler andare su Marte per sfuggire al giudizio ed alla punizione di Allah l’Onnipotente e avvertono con puntiglio: «Questa è una convinzione assolutamente infondata ed inaccettabile, perché nemmeno un atomo esula dalla competenza di Allah, il Creatore di tutto. Questo viene anche chiaramente sottolineato nel versetto 19 e 20/93 del Sacro Corano».

Shaikh Mohammed Al Ashmawy aggiunge che su questo non esiste discussione: «Allah l’Onnipotente ha detto nel versetto 2/195 nel Sacro Corano: non gettare voi stessi con le vostre mani nella distruzione».

Sheikh Mohammed Yusuf, imam della moschea di Amena, conclude: «La vita dell’uomo non è di sua proprietà, ma è creazione di Dio e quindi il suicidio è vietato in tutte le religioni e, naturalmente, dalla legge».

GRANDE FRATELLO ANCHE SULLA NAVICELLA
Mars One ha già avviato la selezione per gli astronauti, con l’intenzione di trasformare tutto, missione compresa, in un reality show tipo Grande Fratello nello spazio ed ha risposto alla fatwa (tutta pubblicità) con un comunicato stampa: «La missione di Mars One è quello di estendere a tutti gli esseri umani, compresi i musulmani, la possibilità di diventare il Neil Armstrong di Marte. Mars One non ha interessi politici o religiosi, ma auspica che questo grande onore sia à raggiungibile per chiunque nel mondo, non importa quale sia la sua religione o nazionalità».

IL CORANO INCORAGGIA I VIAGGI
Che a quelli di Mars One piaccia il rischio lo si vede dal fatto che per contrastare una fatwa di autorevolissimi imam si spingano a citare a loro volta versetti del Corano, ricordando che «Il mondo musulmano ha una ricca tradizione di esplorazione» e che il Corano «incoraggia i musulmani ad uscire fuori e vedere i segni della creazione di Dio nelle “cieli e in terra”. L’esempio più influente di questo è stato il viaggiatore musulmano marocchino, Ibn Battuta, che 1325-1355 ha viaggiato per 73 mila miglia, visitando l’equivalente di 44 Paesi moderni. Tra i paesi che Ibn Battuta visitò c’erano Russia, Afghanistan, India, Maldive, Indonesia, Vietnam, Filippine e Cina. I suoi viaggi, documentato nel suo famoso diario, Rihla, ci hanno insegnato di più sulle società medievale in quei Paesi che decine di altri testi storici messi insieme. In quel libro, ha scritto di aver visto i segni della creazione di Dio, ovunque si recò».

Leggi anche