ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 23/03/2009

GLI OTTOMILA VISTI DAI PARACADUTISTI DI PERUGIA

I PERUGINI AL LANCIO DA 8000 Mt.

La fatidica data è arrivata, sono settimane, mesi che ci si preparava mentalmente e fisicamente al più speciale dei lanci: un lancio da ottomila metri di altezza! I nostri soci Franco Innocenti e Nicola Ranocchia hanno deciso di prendervi parte, aggiungendo il lancio da alta quota al loro già ricco libretto lanci. Le difficoltà non sono state poche, posti limitatissimi già prenotati da mesi, ed imprevisti da parte dell’ Enac per la concessione dello spazio aereo; l’ideatore Paolo Haim ha avuto il suo bel da fare per organizzare lo splendido evento. Qui il racconto dei nostri istruttori:
Alzataccia al mattino ore 04:15 ed arrivo a Reggio Emilia in tempo per il briefing alle ore 08:00. Nonostante le rassicurazioni che cercavamo di darci mentalmente, ripetendoci che in fondo sarebbe stato un lancio come tutti gli altri, eravamo ben coscienti degli effetti che l’alta quota ha sul corpo umano, avendo ben studiato del materiale informativo divulgato dall’organizzazione; capivamo che sarebbe stata una cosa, oltre che nuova, molto tecnica al di là della sua semplicità. Ci troviamo ad operare ad una quota per noi inusuale, con difficoltà certa di respirazione in quanto l’aria è rarefatta. Abbiamo in dotazione una bombola di ossigeno ausiliare fissata al pettorale da usare solo in caso di apertura accidentale della vela ad alta quota. In decollo abbiamo con noi anche Walter Amatobene, webmaster del sito “Congedati Folgore” che non si lascia sfuggire l’occasione per documentare il tutto. Man mano che si sale l’aria si fa sempre più fredda, indossiamo le maschere ad ossigeno alla quota di 4000 metri, da lì in poi sarà il sistema dell’aereo, un Pilatus, ad erogare la giusta miscela di gas necessaria ad una confortevole salita. L’altimetro da polso si inchioda a 5.500 metri come stimato, quello acustico continua correttamente a misurare la quota reale. Vediamo il vetro del portellone ghiacciarsi lentamente e, osservando il dispositivo, notiamo che la temperatura esterna è di -40 gradi. Il pilota preavvisa il momento del lancio e da quel momento, staccate le maschere, si hanno solo un paio di minuti per esser tutti fuori… Allora EXIT! Immersi nell’aria, sopra il cielo di un blu scuro, sotto una visione così ampia, normalmente visibile solo da un aereo di linea! I secondi di caduta libera non finiscono mai, sono attimi infiniti in cui contrariamente a quello che è l’immaginario collettivo, la tranquillità prende il sopravvento su tutta tensione accumulata! Il punto sotto di noi è perfetto, apriamo la vela e l’unica difficoltà è rappresentata dal fatto che la visiera del casco è ghiacciata anch’essa e impedisce una corretta visibilità. Problema ovviato rimuovendo la stessa per la gioia della già cronica sinusite! Un bell’atterraggio in mezzo a tanta gente incuriosita dall’insolito lancio, conclude una giornata indimenticabile. Un ringraziamento a tutta la BFU di Reggio Emilia ed in particolare a Paolo che ha lavorato con tenacia e professionalità per l’ottima riuscita dell’evento.

A.N.P.D.I. PERUGIA
Nicola Ranocchia & Franco Innocenti

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