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Pubblicato il 17/04/2015

GLI SCHUTZEN RICORDANO CHI COMBATTE’ CONTRO L’ITALIA

Alto Adige
sezione: CRONACA data: 17/4/2015 – pag: 24
Schützen: 70 croci in ricordo di chi morì combattendo l’Italia
Mille cappelli piumati le benediranno in piazza Walther
Poi verranno installate sul fronte della Grande Guerra

di Davide Pasquali
BOLZANO La cerimonia di benedizione delle croci, con tanto di sfilata, messa da campo e spari di fucile a salve, si terrà domani pomeriggio in piazza Walther, alla presenza di un migliaio di Schützen. Poi le si posizionerà in tutta la regione e infine le si inaugurerà, tutte assieme, l’8 di agosto. Una croce verrà posizionata presso il Werk Plätzwiese, l’imperial-regio forte austro-ungarico di Prato Piazza sopra Braies.

Un’altra al cimitero militare di Spondigna, in Venosta. Un’altra al santuario delle tre fontane di Trafoi, ai piedi della vertiginosa Trafojer Eiswand, teatro di epiche battaglie in altissima quota contro gli Alpini. In tutto saranno settanta e le si installerà in altrettanti punti caldi del fronte della Grande guerra: cime, passi, trincee, cimiteri militari, fortificazioni. Sia in Alto Adige che in Trentino, per esempio a passo Manghen, sui Lagorai di Fiemme. Un’iniziativa congiunta delle quattrocento compagnie degli Schützen di Tirolo, Alto Adige e Trentino per ricordare, come dice il comandante provinciale dei cappelli piumati sudtirolesi, «i nostri». Che non erano ovviamente i soldati italiani, ma nemmeno i militari austriaci. Si renderà onore al sacrificio degli Standschützen, ossia i volontari della milizia territoriale tirolese che, nei primi mesi di guerra, difese i sacri confini patrii dall’aggressione del regio esercito italiano. I soldati dell’Austria-Ungheria, a maggio 2015, erano quasi tutti impegnati sul fronte orientale, a combattere contro l’impero russo. In area tirolese erano rimasti soltanto i ragazzini, i vecchi e gli acciaccati o inabili all’arruolamento nell’esercito regolare.

A loro sono dedicate le croci, tutte uguali, col medesimo cartello quadrilingue. Al secondo posto, prima del ladino, sta la scritta italiana: in ricordo dei nostri Standschützen tirolesi. Verranno benedette in piazza Walther, domani pomeriggio, nel corso di una solenne messa da campo. «Da Nordtirol, Südtirol e Welschtirol – racconta il Landeskommandant sudtirolese Elmar Thaler (in foto a destra) – per ognuna delle quattrocento compagnie arriveranno in città due o tre rappresentanti. Nell’occasione, dopo la benedizione, ritireranno la croce loro assegnata». Nel corso dei prossimi tre mesi, le croci verranno cementate in altrettanti luoghi significativi, lungo l’ex fronte meridionale. La cerimonia si terrà in piazza Walther, «dove cento anni fa gli Standschützen si riunirono, con sciabole e fucili, per andare al fronte. Ora, cento anni dopo, si possono vedere i risultati». Sarebbero? «Una volta c’era la questione dei nazionalismi: tutti quelli che parlavano una lingua dovevano stare in uno stato. Noi invece diciamo questo: il Tirolo è sempre stato trilingue. Il Welschtirol, i ladini, noi di madrelingua tedesca. Funzionava da seicento anni».

E gli Schützen vorrebbero che rifunzionasse pure ora, che tutto è cambiato «e non ci sono più i nazionalismi, la guerra, i morti. Cent’anni dopo, oggi possiamo vedere cosa ne è saltato fuori…» Concludiamo con gli orari di domani, in occasione della cinquantesima assemblea plenaria dei cappelli piumati sudtirolesi: ore 12 assemblea alla Haus der Kultur; alle ore 15.30 inizio della sfilata, accompagnata dalla banda musicale di Cortaccia; alle 16 messa da campo in piazza Walther con spari a salve di tre compagnie: sudtirolese di Cortaccia, trentina di Roveredo (ossia Rovereto) e nord tirolese di Obertilliach-Kartitsch.

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