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Pubblicato il 30/11/2022

GUERRA IN UKRAINA-SCORTE DI ARMI IN ESAURIMENTO – IL GENERALE FIORAVANTI : PRESSIONI PER UNA TREGUA

IL RESTO DEL CARLINO
30 NOVEMBRE 2022



Secondo la stampa Usa, lo sforzo bellico occidentale è al limite Il generale Fioravanti: «C’è l’intenzione di premere per una tregua» Il ministro degli Esteri ucraino: gli alleati incrementino la produzione

di Beppe Boni

La contabilità delle armi inviate dall’Occidente in Ucraina rimane un dato sensibile che la Nato tiene gelosamente riservato anche se gli arsenali dei Paesi membri hanno finora dato un contributo che mai avrebbero immaginato. Sistemi di artiglieria e missilistici, carrarmati provenienti anche dai Paesi che in un’altra epoca geologico-politica stavano nel Patto di Varsavia, mortai, bazooka, dotazioni leggere, bombe, munizioni, dotazioni logistiche: dai depositi continua ad arrivare il kit completo da guerra. Si stanno svuotando i depositi, ha scritto il New York Times qualche giorno fa, ma detta così appare una affermazione generica anche se il peso dell’assistenza bellica si fa sentire.

Secondo l’Osservatorio Milex l’Italia ha fatto la propria parte inviando dotazioni per complessivi 450 milioni di euro. Una stima che arriva mentre è in corso il dibattito per un sesto decreto volto alla cessione di armi e materiali per Kiev. Tema di cui in ambito Nato si discute a Bucarest da dove il ministro degli esteri ucraino Kuleba va diretto al tema: «Abbiamo bisogno di sistemi di difesa aerea, in particolare Patriots, e trasformatori per la rete elettrica. Già in passato ad un vertice Nato ho usato tre parole: armi, armi e armi. Questa volta ne userò altre tre, presto presto presto». Più chiaro di così.

La diplomazia si muove a passi felpati dietro le quinte, ma il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg non dice sì ma nemmeno no: «Sì, la Nato sta valutando il trasferimento del sistema di difesa area Patriot all’Ucraina». Quindi le scorte dell’Alleanza non sono poi così a secco. «Lo sforzo bellico Nato è imponente, ma non credo che gli arsenali siano al limite», dice pur col beneficio del dubbio il generale paracadutista Maurizio Fioravanti, già al vertice del Comando operazioni speciali. «Se la notizia è stata diffusa dal New York Times non è casuale. Mi pare più un segnale politico indiretto degli Stati Uniti per agevolare una possibile trattativa con la Russia». Dunque un calumet di pace? « La Nato in ogni caso resta compatta – dice ancora il generale – e lo prova anche il fatto che rappresentanti di Svezia e Finlandia in questi giorni si sono recati a Kiev. Eppure mi pare ci sia l’intenzione di premere verso una tregua. Però la catena occidentale di dotazione degli arsenali Nato è più strutturata rispetto alla Russia. Ogni Paese membro prevede da 4 a 6 livelli, con una prima linea a pronto impiego, di dotazioni belliche con relativa produzione che consente di non sguarnire le scorte». Intanto proprio la Polonia è diventata una sorta di officina per manutenzione e riparazione dei sistemi d’arma danneggiati in battaglia. «È un dato che la Nato tiene comprensibilmente coperto – spiega Fioravanti – ma è possibile perchè la Polonia è il Paese più vicino per una operazione simile».

Di «scorte intangibili» dei depositi di armi occidentali parla anche il generale Leonardo Tricarico, già Capo di stato maggiore dell’Aeronautica. Quindi un segnale indiretto, pur senza ufficialità, di frenata? «Possibile – risponde Tricarico -, in ogni caso non bisogna vacillare nell’appoggio all’Ucraina a cui l’Occidente fornisce anche sistemi di difesa contro i droni e i missili di crociera russi che fanno danni disastrosi. Non vedo ancora accesa la luce rossa del carburante in SCORTE DI ARMI IN ESAURTIMENTO riserva dell’Occidente». E allora chi è più indifficoltà nel reperire armamenti: Russia o Nato? I due ufficiali sono concordi: «Mosca senza dubbio, che ha materiale più scadente dal punto di vista tecnologico». «Mentre l’Occidente produce in proprio i sistemi bellici per l’ Ucraina, Mosca è costretta a far spesa nei Paesi partner, come la Corea – spiega Tricarico -, che dispone di materiale di standard più scadente, valutazione diffusa dal generale americano John Abizaid. Le armi di difesa sono fondamentali, ma l’Occidente per aiutare Kiev deve insistere su due aspetti fondamentali: la formazione del personale militare ucraino e l’intelligence». Entrambi gli ufficiali sono d’accordo su un tema: serve una sollecitazione più robusta dell’Occidente, Europa compresa, verso una tregua forse possibile, anche se a breve difficile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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