Pubblicato il 11/12/2014
I NOSTRI TRENI : SPORCHI MALFREQUENTATI PERICOLOSI
di RICCARDO PASQUINELLI
Treni choc, stazioni horror. Il Tirreno sta dedicando ampio spazio a quanto capita sui nostri convogli ferroviari, ridotti spesso da far paura sia per come si presentano sia per la grande quantità di teppisti, incivili e violenti che si mischiano ai passeggeri normali che pagano il biglietto, a volte non proprio low cost. Paghiamo, anche caro, per viaggiare su treni vecchi, scomodi, sporchi e puzzolenti, o troppo riscaldati o troppo freddi, privi di servizi decenti, e oltretutto si corre il rischio di essere anche aggrediti o disturbati dai brutti ceffi che vi spadroneggiano impuniti. Il manager delle Fs intervistato l’altro giorno da Ilaria Bonuccelli dice che per ora non ci sono soluzioni per bloccare o far sparire dai vagoni questi personaggi. Spetta alla polizia prenderli, spetterebbe ai magistrati condannarli e spedirli al fresco. Non succede nulla di tutto questo perché notoriamente l’Italia è un paese bellissimo e simpatico ma da decenni privo di una Giustizia degna di questo nome e della G maiuscola. La nostra giustizia è un’enorme e costosissima macchina che gira a vuoto non producendo indagini serie (quante sono le assoluzioni o i processi ribaltati in appello?), pene certe, prevenzione dei reati. Una volta si parlava di condanne esemplari, ora dove sono finite? Ma lasciamo sullo sfondo il disastro giustizia e torniamo ai treni. A Roma mi sono trovato per caso ad assistere al controllo dei biglietti su un treno locale gestito dall’Atac: sono saliti 6 controllori, tutti con la targhetta con su scritto “polizia amministrativa”. Una mezza squadra di calcio, tra poco per verificare il biglietto di un passeggero servirà un plotone della Folgore o di teste di cuoio. Del resto quanto coraggio serve a un singolo controllore o capotreno per affrontare bulli pronti a mettergli le mani addosso? A Parigi in centro circolano a piedi pattuglie di 4 agenti con manganelli e pistole, poliziotti giovani e robusti, credo per scoraggiare reazioni. Ma va anche detto che all’estero i binari di molte stazioni sono chiusi, inaccessibili per chi non ha un biglietto. Dunque treni impossibili per gli abusivi, una strada che forse andrebbe seguita anche qui, dove invece le stazioni sono state trasformate in luoghi squallidi, deprimenti. Moltissime sono state abbandonate: ruderi. E anche quelle rimaste in funzione sono state “arricchite” da decine di schermi su cui gira la pubblicità, ma private per esempio di dignitose sale di aspetto. Le porte non si chiudono più e così le stazioni d’inverno sono gelidi androni forse per impedire il bivacco dei barboni. Ma i normali passeggeri dove devono andare? E come sono ridotte pensiline, tettoie, corridoi, gli stessi vagoni? Ruggine, buchi, scritte, sporcizia dappertutto. Zero investimenti, poca manutenzione, poca pulizia, poca vigilanza. Si taglia, siamo in Italia.