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Pubblicato il 13/08/2014

I PARACADUTISTI OSPITI SGRADITI SULLA COSTA TOSCANA A PIOMBINO


IL TIRRENO – pagina Piombino – del 13 Agosto 2014

RIOTORTO Il Pac 750xl, monoelica di fabbricazione neozelandese lungo quasi 12 metri, decolla e atterra una decina di volte al giorno, forse qualcuna in più.

Porta nel cielo della Val di Cornia i paracadutisti dei corsi di Moli DZone e FlyGang: arrivano in quota e poi saltano giù, per un volo mozzafiato su Costa Est, Elba e promontorio di Piombino.

Sono centinaia gli appassionati che, in particolare dal 7 al 22 di questo mese, frequentano l’aviosuperficie di Perelli, proprio accanto al laghetto, dormendo un po’ al Pappasole e un po’ al Diavolino. Sono turismo anche loro. Ma non tutti la vedono così. Perché quel motore da 750 cavalli che porta in cielo i paracadutisti fa rumore.
Parecchio. E, dicono alcuni residenti della zona, quell’aereo sfiora i tetti delle case. «Non ne possiamo più – urla Leonardo Stafforte, che abita proprio accanto al laghetto –. Ogni quarto d’ora, massimo venti minuti, c’è un decollo, un rumore insopportabile. In estate c’è chi vuole riposare anche di giorno, qui non si vive. E poi quell’aereo sfiora le case, siamo preoccupati». Come lui altri residenti del posto che si sono anche rivolti in Comune per chiedere spiegazioni. Il Comune, però, può far poco. Perché l’attività è in regola e ha tutti i permessi, in particolare quello dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile). Ieri l’assessore Martina Pietrelli è stata interessata della vicenda e ha fatto le necessarie verifiche, oltre a mandare una pattuglia dei vigili urbani a vedere da vicino cosa stava succedendo. «Se l’aviosuperficie è in regola per permessi e distanze di sicurezza da strade e ferrovia – ci ha detto – non serve il cambio di destinazione d’uso per il terreno utilizzato. Loro hanno i permessi per il volo diurno. Qualche tempo fa avevano strutture fisse che non potevano starci, ma sono state demolite». E comunque il Comune, per maggior tutela, ha inviato ieri una email all’Enac stesso, e anche all’Arpat per il rumore, per chiedere un sopralluogo sul posto e dare così una risposta precisa alle persone che hanno chiamato per protestare. Da parte loro i gestori della scuola sono tranquilli. E portano avanti la loro attività che, almeno fino al 22 del mese, sarà a pieno regime ogni giorno: «Abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie per questo tipo di voli – dice Stefano Volpi, direttore della scuola di paracadutismo – e in questi giorni abbiamo centinaia di appassionati che vengono da noi da mezza Italia. Tutte persone che dormono nelle strutture della zona e poi cenano nei ristoranti, insomma portano soldi in Val di Cornia». Ma il rumore? «Facciamo una decina di decolli al giorno – dice ancora – e l’aereo per salire in quota impiega 5-6 minuti, poi non si sente più. Quindi il disturbo totale nel corso della giornata non arriva ad un’ora. Chiediamo solo un po’ di tolleranza, in fondo è come se ci si lamentasse del passaggio del treno sulla ferrovia. La pista è qui da tanti anni ed è in regola, noi stiamo lavorando e attirando tanta gente nella zona. Non mi pare che sia così male

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